di Walter Luzi
Con Carlo Gentili se ne va un altro pezzettino del Gruppo Sportivo Elettrocarbonium. E’ morto in volo, dentro l’eliambulanza che lo stava trasportando all’ospedale regionale “Torrette” di Ancona. Settantacinque anni da poco compiuti, aveva avuto un brutto infarto lunedì mattina, nella casa famiglia della parrocchia di San Marcello che lo ospitava da qualche tempo. Un tetto e pasti caldi sicuri per lui, e per altri come lui, in difficoltà, grazie alla ospitalità e al gran cuore di padre Alberto. A due passi dai resti tristi del relitto dell’Elettrocarbonium, lo stabilimento dove entrò nel 1968, fra i primi operai-giocatori voluti da Giuseppe Mascetti.
Lavorava come carropontista e, giocando da mediano, figurò nella formazione che nella stagione di esordio, 1970-1971, del sodalizio aziendale, vinse il campionato di Seconda Categoria. Come calciatore, e in seguito anche come allenatore, rimase legato al sodalizio aziendale con le maglie, oltre che dell’Elettro, anche delle altre due società “satelliti” San Marcello e Lama Calcio. Scelse di lasciare, forse improvvidamente, quel posto di lavoro a metà degli anni ’80, allettato dai grossi incentivi che l’azienda, dopo l’esautorazione di Mascetti, offriva in cambio degli autolicenziamenti.
La fine del matrimonio con Giovanna, i problemi familiari e le difficoltà economiche crescenti, lo avevano spinto con il passare degli anni sempre più ai margini. Conservando comunque, nonostante tutto, il sorriso. Lascia i figli Walter e Massimo a cui vanno le condoglianze della redazione.
I funerali giovedì 12 settembre alle ore 15 nella chiesa di San Marcello dove è stata allestita anche la camera ardente. In queste poche decine di metri è raccolta tutta la vita di Carlo Gentili: la chiesa, la sua ultima casa, l’Elettrocarbonium, il suo lavoro, e il glorioso campo San Marcello, la sua passione per il calcio. Nell’adiacente, vecchio, piccolo bar in legno del campo, gestito da Teresa e Andrea, la vedova e il figlio di Giovanni Cinelli, è ben custodita la memoria della grande Elettrocarbonium, fabbrica e gruppo sportivo, che furono. Appese alle pareti campeggiano le foto di tanti, troppi amici che non ci sono più. Fra le tante, le più grandi, dei più grandi. Ingiallite dal tempo ma accomunate dal mito. Quelle di Pippo Mascetti e di Peppe Capriotti.
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