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Morì dopo la caduta dalla barella,
il super perito scagiona i sanitari
I familiari fanno ricorso

SAN BENEDETTO - Maria Teresa Antonini cadde a causa delle sponde rimaste alzate al pronto soccorso di San Benedetto. Secondo la Procura è impossibile stabilire chi doveva prestare attenzione. Secondo il professor D'Ovidio c'è un nesso tra l'episodio e la morte che avvenne dopo due giorni di ricovero nel gennaio 2018
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L’ingresso del Pronto Soccorso dell’ospedale di San Benedetto

di Renato Pierantozzi

Il giudice per le indagini preliminari, Annalisa Giusti, si è riservata di accogliere o meno il ricorso presentato dai familiari di Maria Teresa Antonini, morta il 12 gennaio 2017 a seguito di una caduta dalla barella del Pronto Soccorso dell’ospedale di San Benedetto (leggi l’articolo), contro l’archiviazione della posizione dei sanitari (medici, infermieri e operatori socio sanitari) indagati per il decesso dell’anziana. Fu il figlio della donna a presentare una denuncia al Commissariato di Polizia di San Benedetto al punto che i funerali ai Sacramentini furono poi bloccati, con i manifesti già affissi, per far svolgere l’autopsia. Successivamente furono indagati due medici, altrettanti infermieri e un operatore socio sanitario del Madonna del Soccorso (leggi l’articolo) che si occuparono della donna mentre si trovava nel Pronto soccorso.

Cristian D’Ovidio

La richiesta di archiviazione della Procura si fonda anche sulla perizia del consulente Cristian D’Ovidio, il docente universitario abruzzese già impegnato come super consulente nel caso della strage dell’hotel Rigopiano. Il medico legale, tuttavia, nella sua relazione fa esplicito riferimento alla caduta che avrebbe peggiorato in modo repentino il quadro clinico della donna, affetta da osteoporosi e da una infezione batterica associata, assumendo un ruolo essenziale per il decesso.  Tuttavia durante le indagini non è stato possibile ricostruire se e chi, tra i sanitari (due in particolare) abbia effettivamente lasciato la paziente sulla barella con la sponda alzata.

Secondo il consulente della Procura, inoltre, la paziente non presentava, al momento del ricovero, un alto rischio di caduta, secondo la scala di valutazione di Conley, tale da richiedere una supervisione particolarmente elevata. Di diverso avviso invece sono stati i familiari che hanno impugnato la decisione della Procura. I sanitari sono assistiti dagli avvocati Mauro Gionni, Rosalinda Paolini e Mario Auriemma.

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