di Bruno Ferretti
Terremoto in casa Ascoli Calcio. Causato non dalle ultime tre sconfitte, ma dalle vicende societarie. Da indiscrezioni raccolte risulta che Massimo Pulcinelli, maggiore azionista e patron dell’Ascoli, avrebbe intenzione di trasferire a Roma la sede amministrativa e legale della gloriosa società bianconera. E questo equivarrebbe a togliere alla città di Ascoli il suo vanto sportivo, un simbolo con 121 anni di storia gloriosa.
Il primo atto di questo clamoroso “esproprio” é il licenziamento del direttore finanziario Marco Arturo Costantini, ascolano, assai stimato per le sue capacità professionali (da ragazzo è stato anche calciatore della Primavera bianconera). Costantini è stato assunto dall’Ascoli nell’aprile del 2015, durante la presidenza Bellini, su indicazione dell’allora azionista Giuliano Tosti, poi diventato presidente del club, che ben conosceva il valore professionale di Costantini. Proprio questa decisione, non condivisa, avrebbe portato lo stesso Tosti a presentare le dimissioni dalla carica di presidente pur restando come socio. Tosti, infatti, é anche il secondo azionista dell’Ascoli e da tempo sta lavorando con impegno con l’Arengo per la sistemazione dello stadio “Del Duca”.
Il trasferimento a Roma della sede legale e amministrativa dell’Ascoli Calcio 1898 Spa, oltre ad annullare il senso di appartenenza della squadra alla città, metterebbe a rischio i posti di lavoro dei dipendenti attualmente occupati nella sede di corso Vittorio Emanuele 21. Sede che, a quel punto, tornerebbe a disposizione del Comune di Ascoli, come scritto nel testamento di Cino Del Duca, presidente mecenate della società bianconera nei primi anni ’60 al quale è intitolato lo stadio insieme al fratello Cino.
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