di Maria Nerina Galiè
Tra questi ce n’è uno atteso dal sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni, protagonista nella primavera scorsa di una vicenda che ha fatto discutere. Il comma 8 del primo articolo recita: “I Comuni possono assegnare Sae e unità immobiliari acquisite ai sensi dell’articolo 14 del decreto legge n. 189 del 2016 o realizzate ai sensi delle ordinanze di Protezione Civile resesi disponibili a nuclei familiari assegnatari del Cas in luogo del Cas o di altre forme di assistenza alloggiativa”. Cesaroni aveva sospeso di sua iniziativa il Cas a 7 famiglie che avevano rifiutato l’alloggio acquistato dall’Erap, attingendo all’invenduto, per far fronte all’emergenza abitativa post sisma, assumendosi una responsabilità che ha aperto la strada a possibili contenziosi, fino ad ora limitatisi a lettere di legali. «L’ordinanza della Protezione Civile ci ha dato ragione» afferma Cesaroni. «Seppure siamo stati isolati da tutti – aggiunge – abbiamo tenuto fede ad una linea che riteniamo di puro buonsenso sul corretto utilizzo del denaro pubblico». E’ possibile che la questione non sia stata ben recepita dai cittadini? «No – risponde – è stato condotto tutto con estrema chiarezza. Poi cosa c’è da capire? Se hai la casa danneggiata in modo grave e lo Stato ti offre un appartamento in grado di soddisfare il tuo disagio ma lo rifiuti, vuol dire che hai trovato una sistemazione adeguata e non puoi pretendere che ti si continuino a dare soldi».
In questo caso, in attesa di delucidazioni ufficiali, le 7 famiglie erano comunque inserite negli elenchi mensili degli aventi diritto al Cas e i soldi continuavano ad arrivare rimanendo però bloccati nelle casse del Comune. Adesso bisognerà vedere che fine faranno tali somme. Al momento Cesaroni non lo sa. «Di certo ora – precisa il primo cittadino – i nuclei familiari in questione saranno esclusi dai prossimi rendiconti». La stessa sorte potrebbe toccare anche ad altre famiglie di Comunanza che stanno dicendo no ad 8 nuovi appartamenti, prossimo acquisto dell’Erap, pure destinati agli sfollati, di nuova costruzione e quasi pronti. Per andare avanti con l’autorizzazione di spesa è necessario che il Comune dimostri la reale esigenza, che ci siano cioè almeno 8 famiglie con titolo idoneo per occupare gli appartamenti. «C’è il rischio che non completando l’elenco del fabbisogno vada in fumo l’acquisto che ha già avuto parere favorevole da parte dell’Erap. Per evitarlo, stiamo cercando di sapere se possiamo rivolgerci a persone dei Comuni limitrofi».
I criteri di assegnazione degli appartamenti dell’Erap erano stati stabiliti dalla delibera comunale 89 del 20 settembre 2017. La scelta della Giunta Cesaroni è stata quella di attribuire il punteggio maggiore, pari a 5, ai nuclei familiari che ora abitano fuori Comune. In più 3 punti vanno ad ogni componente, con l’aggiunta di 2 se tra loro c’è un over 65 o portatore di handicap. A parità di punteggio gli amministratori hanno dato priorità ai nuclei familiari con presenza di figli minori. Hanno invece escluso quelli composti da una sola persona. I primi ad essere richiamati, nel momento di stilare la graduatoria per i prossimi appartamenti, sono stati coloro che avevano rinunciato alla precedente assegnazione.
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