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Sequestri in A14, raccolta firme
da parte di tre Diocesi:
«No al pedaggio dove ci sono disagi»

L'INIZIATIVA di Ascoli, San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto e Fermo in merito ai gravi problemi alla circolazione verificatisi nelle Marche del sud dopo il sequestro su alcuni viadotti dell'autostrada
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Code sulla A14

Ha destato una certa sorpresa, in positivo, la scelta delle Diocesi di Fermo, Ascoli e San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto di intervenire sulla vicenda al centro del dibattito non solo nel Fermano ma in tutte le Marche del sud, ossia quella legata ai sequestri delle barriere su alcuni viadotti della A14. Sequestri che danno origine a fisiologici rallentamenti essendo l’autostrada a una corsia nei tratti interessati dal provvedimento, e dove ieri sera si è registrato l’ennesimo incidente stradale (qui l’articolo).
Ebbene le tre Diocesi hanno deciso di lanciare una raccolta firme per chiedere a Società Autostrade l’esenzione dal pagamento del pedaggio nei tratti interessati dai disagi. Una proposta avanzata, nelle ultime settimane, da diverse voci, anche della politica. E oggi rilanciata sui rispettivi organi di informazione, con tanto di raccolta firme (già oltre le 500), da ben tre Diocesi, proprio quelle delle Marche Sud. Che la Chiesa e i firmatari riescano dove la politica nulla ha potuto?

«Eliminare il pagamento del pedaggio nel tratto autostradale coinvolto dai gravi disagi causati dal sequestro dei viadotti, fin quando non si torni ad una situazione di normalità». Si legge nella nota delle Diocesi in merito alla petizione lanciata sui loro organi di informazione (il giornale L’Ancora della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Radio Ascoli e il giornale La Vita Picena della diocesi di Ascoli Piceno e da La Voce delle Marche della diocesi di Fermo). Una petizione indirizzata alla Società Autostrade per l’Italia, che vede come primi firmatari i direttori don Giampiero Cinelli (Ascoli Piceno), don Nicola del Gobbo (Fermo) e Simone Incicco (San Benedetto del Tronto).
«Siamo consapevoli che la vicenda è intricata e ha degli aspetti riguardanti la riapertura non riconducibili direttamente a Società Autostrade, come ad esempio le tempistiche dei lavori per il ripristino della completa percorribilità delle corsie autostradali, che sono dipendenti dalle decisioni prese dalla Procura di Avellino -è la prosecuzione-. Ma crediamo che l’interesse generale alla sicurezza stradale e a un viaggio quanto più agevole, nei limiti del possibile, debbano andare oltre qualsiasi logica».
E ancora: «Società Autostrade mostri un minimo di vicinanza ai suoi utenti, eliminando quantomeno il prezzo del viaggio sul tratto più critico, che per il territorio marchigiano va dal casello di Grottammare a quello di Civitanova Marche. Questo appello arriva dopo una sequenza ricchissima di prese di posizione. Ultima in ordine di tempo, quella di Confindustria-Ascoli che, nel pomeriggio del 13 novembre, ha riunito associazioni datoriali provinciali, organizzazioni sindacali, Camera di Commercio delle Marche e Fondazione Carisap, per fare il punto della situazione».

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