I soldi che arrivavano dallo sfruttamento della prostituzione, perpetrato in Italia, veniva imbarcato su aerei diretti in Nigeria. Un giro di denaro sporco al quale ha messo fine, almeno per ora, la Polizia. Coordinate infatti dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di L’Aquila, questa mattina al’alba è scattato il blitz dei poliziotti della Questura di Teramo, in collaborazione con le Squadre Mobili di Ascoli, Fermo, Macerata e i colleghi del Reparto prevenzione crimine Abruzzo di Pescara. Una maxi operazione per mettere al sicuro i componenti della banda che operava da tempo non solo in Abruzzo, in particolare nella provincia di Terano, ma anche nelle Marche. A partire dalla confinante provincia di Ascoli, per salire fino al Fermano e al Maceratese.
I reati non sono roba di poco conto visto che si parla di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dell’illecita intermediazione finanziaria, ma anche autoriciclaggio e riciclaggio transnazionale. E tratta di esseri umani. Che sono poi alla fine le giovani nigeriane, in cui non è difficile imbattersi anche solo percorrendo l’ormai famigerata Provinciale Bonifica, la strada che segna il confine tra Marche e Abruzzo, tra le province di Ascoli e Teramo. Un’arteria da anni sotto la lente di ingradimento delle forze dell’ordine, più volte teatro di blitz da parte di Polizia e Carabinieri.
Induzione e sfruttamento della prostituzione i reati più frequenti, ma spesso sono stati scoperchiati casi di violenza. Vittime queste povere sventurate “schiave del sesso”, costrette a prostituirsi dopo essere state portate in Italia con l’inganno, poi picchiate, violentate e minacciate di morte, anche attraverso riti voodoo che coinvolgono i loro familiari che, a migliaia di chilometri di distanza, sono all’oscuro di tutto.
(in aggiornamento)
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