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Voli aerei d’oro verso la Nigeria,
ecco come riciclavano
i soldi della prostituzione:
il Piceno una base dell’organizzazione

INDAGINE - In manette sono finite nove nigeriani su ordine di custodia cautelare spiccato dal gip. Una donna di 25 anni abitava a San Benedetto. L'indagine è della Dda dell'Abruzzo che ha coordinato il lavoro della Polizia. La stima è che in un centinaio di viaggi siano stati portati fuori dall'Italia 7,5 milioni di euro. Le persone arrestate vivevano anche nelle province di Fermo, Macerata, Teramo e una nel Bolognese
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Una giovanissima prostituta nigeriana lungo la Provinciale Bonifica

di Gianluca Ginella

I soldi della prostituzione portati all’estero da una organizzazione di nigeriani (alcuni accusati anche di tratta di esseri umani) che aveva le basi operative in quattro provincie: Teramo, Macerata, Fermo e Ascoli. A scoprirlo la Direzione distrettuale antimafia (Dda) dell’Abruzzo che ha coordinato le indagini delle Squadre Mobili delle province coinvolte nell’indagine. Nove i nigeriani finiti in manette (5 uomini e 4 donne), che dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla illecita intermediazione finanziaria, al riciclaggio transnazionale, all’autoriciclaggio, e alla tratta di esseri umani. L’indagine nasce da quella (su favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, tratta di esseri umani) che lo scorso luglio aveva portato a sei misure cautelari sempre spiccate dalla Dda abruzzese. Uno degli arrestati, che viveva a Civitanova, il 42enne Osaro Godwin Uwaila, è stato fermato dalla Polizia all’aeroporto di Fiumicino mentre stava per imbarcarsi verso la Nigeria.

E proprio i viaggi in aereo erano il cuore del meccanismo illecito. Corrieri raccoglievano denaro della prostituzione o di connazionali che vivono nelle Marche e in Abruzzo e poi lo portavano in Nigeria, nascosto nei bagagli. In sostanza l’associazione muoveva grossi flussi di denaro, lecito o illecito, e lo trasferiva nel Paese africano al di fuori dei normali circuiti bancari attraverso il meccanismo dell’hawala (che serve appunto a spostare il denaro evitandone la tracciabilità).

Almeno un centinaio i viaggi che sono stati fatti in Nigeria in meno di un anno, la Polizia stima che siano stati portati all’estero 7,5 milioni di euro. Il denaro della prostituzione è quello di donne nigeriane che venivano convinte, a volte dopo essere state sottoposte a riti voodoo, che in Italia avrebbero avuto un lavoro. Invece venivano fatte prostituire lungo la Provinciale Bonifica, al confine tra le province di Ascoli e Teramo. In manette sono finiti: Bright Omosigho (30 anni) residente a Fermo, Rosemary Ogei (25) a San Benedetto, Sharon Onyebuchi Aromire (29) a Martinsicuro, Ebade Veronica Osadiaye (28) a Porto Sant’Elpidio (Fermo), Emmanuel Ojiemudia (24) a Corropoli (Teramo), Florence Mark Ehigiamusoe (41) a Nereto (Teramo), Charles Onoh (36) a Castiglione dei Pepoli (Bologna). Per tutti il gip ha disposto la misura cautelare in carcere.

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