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Ricostruzione, la Corte Costituzionale
passa la palla alle Regioni

ASCOLI - I giudici hanno riconosciuto la necessità di un'intesa e non di un semplice parere tra lo Stato e le amministrazioni regionali in base a quanto previsto dalla Costituzione
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Per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma serve l’intesa tra lo Stato e le Regioni. E’ quello che ha stabilito una recente sentenza della Corte Costituzionale che comunque  “salva” i provvedimenti emergenziali già approvati. Secondo la sentenza numero 246, la ricostruzione rientra nelle materie della “protezione civile” e del “governo del territorio”, che appartengono alla competenza legislativa concorrente dello Stato e delle Regioni.

Le rovine di Arquata del Tronto

Di conseguenza lo Stato «non può prescindere dalla preventiva intesa con i Presidenti delle Regioni interessate ed è costituzionalmente illegittima la norma che invece dell’intesa richiede un semplice parere». Esulta il governatore Luca Ceriscioli che da qualche settimana ha alzato il tiro contro lo Stato centrale (leggi l’articolo) per sbloccare la ricostruzione. «La Corte Costituzionale riconosce il valore e l’importanza del ruolo delle Regioni nella ricostruzione -ha dichiarato Ceriscioli-  Con questa sentenza si ripristina l’intesa. Il messaggio che va al governo nazionale è quello di ascoltare le Regioni nell’ambito della ricostruzione. Abbiamo chiesto in questi giorni al premier Conte (leggi l’articolo) di approvare tre emendamenti nel decreto che permettono di accelerare la ricostruzione pubblica, la ricostruzione privata e garantire il posto a chi lavora negli uffici di ricostruzione».

Ceriscioli, una lettera al premier Conte: «Tre emendamenti per la ricostruzione»

Da Ceriscioli aut aut a Governo e Parlamento: «C’è la volontà di ricostruire?»


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