di Adriano Cespi
Prima delle piccole lamentele. Passate a mezza bocca da un consigliere ad un altro. Poi i primi mal di pancia sul ruolo preponderante della Lega, sia in giunta, che, soprattutto, in alcune scelte amministrative prese dal sindaco, Marco Fioravanti: ultima quella di delegare Flavia Cenciarini alla comunicazione istituzionale. E adesso ecco arrivare (oggi pomeriggio in Consiglio comunale) il segnale forte, evidente, di quelli che sembrano essere dei veri e propri scricchiolii interni alla maggioranza sovranista a tinte civiche: la mancata elezione a presidente della consulta comunale per la salute della leghista, Elena Stipa. A vantaggio di Mario Tacchini, consigliere di “Cittadini in Comune”, la seconda lista civica che fa capo al vice sindaco, Giovanni Silvestri. Venti i voti per Tacchini, diciassette per la Stipa e undici per Emidio Nardini, capogruppo di “Ascolto e Partecipazione”, lista civica di centrosinistra. Con Nardini che avrebbe giocato, inconsapevolmente, un ruolo chiave in questa votazione.
Ma vediamo cosa è accaduto. Dopo la nomina dei tre consiglieri Stipa, Tacchini e Nardini (individuati due dalla maggioranza e uno dalla minoranza), il Consiglio è andato ad eleggere il presidente ed il vice. Ed è lì che, immediato, è esploso il caso. Con tanto di utilizzo, nel segreto dell’urna, dei franchi tiratori. Sia di parte leghista, che civica. In sostanza, approfittando della doppia preferenza (una per il presidente e l’altra per il vice) qualcuno della maggioranza avrebbe votato per impallinare quello che riteneva essere l’avversario del momento: Stipa da una parte, Tacchini dall’altra. In che modo? Legando il nome dell’uno o dell’altro a quello di Nardini col risultato di togliere consensi sia all’esponente leghista che al civico.
Un esempio? Il binomio Stipa-Nardini avrebbe ottenuto cinque voti, quello Tacchini-Nardini tre. E qualcuno, sempre in maggioranza, ci avrebbe visto la volontà della Lega, nella prima ipotesi, di abbattere la candidatura Tacchini a favore del proprio consigliere (Stipa), e l’intenzione di alcuni civici, nella seconda ipotesi, di bloccare l’elezione della Stipa a vantaggio del loro rappresentante (Tacchini). Un vero e proprio braccio di ferro, insomma, vinto, alla fine, dal fronte civico, che ha così potuto eleggere il proprio esponente, ben visto peraltro, secondo fonti ben informate, anche dallo stesso sindaco Fioravanti. E molti, in maggioranza, cominciano ad interrogarsi: si tratterà di semplici incomprensioni politiche, oppure è il sintomo di un malessere che potrebbe sfociare in qualcosa di più grave?
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