Gli impianti di sci del Monte Piselli resteranno chiusi fino al 15 gennaio 2020, giorno in cui il Tar emetterà la sentenza sul ricorso presentato dalla società “Remigio Group” in merito al bando di gara vinto dalla società “Marco Finori srl”. Nonostante questo il Cotuge (Consorzio turistico del comprensorio dei Monti Gemelli) ed il suo presidente Enzo Lori stanno cercando di non farsi trovare impreparati subito dopo quella data. Nella serata di oggi il Consiglio d’amministrazione si è riunito per fissare un piano d’azione mirato a sbloccare, il prima possibile, la situazione e fare in modo che gli ascolani possano inforcare gli sci e salire in seggiovia. Nonostante le tante difficoltà tecniche e burocratiche in casi, come questi. Si legge nella nota inviata dal Cotuge: «Il Cda intende informare che le operazioni di messa a norma tramite collaudo e revisione annuale, a carico del nuovo gestore, previsti dopo la contrattualizzazione, che doveva avvenire il 16 dicembre, e che avrebbero consentito così l’apertura per le vacanze natalizie, non possono essere portate a termine in quanto il ricorso impone il divieto di contrattualizzazione con il nuovo gestore o con chicchessia».
«Ciononostante – scrive il Cotuge – il Cnsorzio nei prossimi giorni, si adopererà in autonomia ed a proprio carico, per cercare di portare a termine le suddette operazioni, in modo tale da rendere operativi gli impianti appena la sentenza del Tar sarà definitiva. In questo modo, il futuro gestore, potrà iniziare la propria attività immediatamente. Tale procedimento comporta un notevole dispendio di energie da parte del Cda, che, malgrado la situazione avversa, intende comunque dare il massimo per onorare l’impegno preso nei confronti dei Soci, degli addetti ai lavori e degli appassionati della montagna. Il Cda, infine, – conclude la nota – viste le affermazioni presenti sugli organi di comunicazione, invita tutti a tenere un comportamento rispettoso nei confronti di tutti i partecipanti alla gara, che, in base alle legittime controdeduzioni, e nel rispetto delle leggi, hanno pieno diritto di procedere come meglio credono».
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