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Sequestrata una tonnellata di pesce,
sanzioni per 42.000 euro

SAN BENEDETTO - Deciso giro di vite della Capitaneria di Porto sul fronte della prevenzione e repressione di attività illecite commesse nella filiera. Intanto, ecco i consigli della Coldiretti su come scegliere i prodotti giusti per pranzi e cenoni
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I controlli della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera anche sulle strade

Sono state 27 le sanzioni amministrative, per un totale di circa 42.500 euro, che la Capitaneria di Porto di San Benedetto ha contestato ad esercizi commerciali e ristoratori del Piceno e anche alcuni del Fermano che vendevano e somministravano prodotti ittici di origine sconosciuta. Ovvero non tracciati, quindi sprovvisti della documentazione che attesta sia la provenienza che il metodo di cattura. E’ il risultato di un’ indagine iniziata a novembre e denominata “Marcato globale” , alla quale hanno collaborato i colleghi di Porto San Giorgio e Cupra Marittima. Alla fine sono stati sequestrati oltre una tonnellata di pesce e 500 metri di rete da posta abusiva.

Parte del materiale seqestrato

Obiettivo, come sempre, la tutela del consumatore che acquista presso rivendite autorizzate oppure che consuma nei ristoranti, e la preservazione della risorsa ittica dalla pesca illegale, cioè una delle cause dell’inesorabile impoverimento della fauna marina.

Tema centrale in questi giorni, proprio con il pesce che farà da padrone sulle tavole imbandite per pranzi e cenoni vari. Per la Coldiretti «la tendenza sarà quella di consumare prodotti nazionali come alici, vongole, sogliole, triglie, anguille, capitoni e seppie. Il 66% degli italiani – aggiunge – assaggerà il salmone arrivato dall’estero, appena il 13% si permetterà le ostriche e il 15% il caviale spesso di produzione nazionale che viene anche esportata. Per non cadere nelle trappole del mercato – e qui scatta l’allerta della Coldiretti –  il consiglio è di guardare l’etichetta sul bancone dove deve essere specificato il metodo di produzione (“pescato”, “pescato in acque dolci”, “allevato”), il tipo di attrezzo oggetto della cattura e la zona di cattura o di produzione, come Mare Adriatico, Mare Ionio o Sardegna, anche attraverso un disegno o una mappa. Per quanto riguarda il pesce congelato – continuano nelle raccomandazioni – c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento e, nel caso di prodotti ittici venduti decongelati, deve essere indicato. Per garantirsi la qualità, il pesce fresco deve avere una carne dalla consistenza soda ed elastica, le branchie di colore rosso o rosato e umide e gli occhi non secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine, meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne mentre per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso».


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