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Le targhette contestate dal Pd,
Cardilli «Non le toglieremo»

COLLI DEL TRONTO - Il primo cittadino risponde alle critiche mosse dal locale Circolo del Pd alle incisioni in memoria dei Caduti donate dalla Fondazione Hispano Latina: «Assurde velleità per creare polemiche. Come sindaco e servitore della Patria ricordo che i cittadini per lo Stato sono tutti uguali, hanno il diritto di esprimersi e di fare anche una libera donazione»
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Il sindaco Andrea Cardilli

Non ci sta il sindaco di Colli del Tronto, Andrea Cardilli, di fronte alla critica mossa dal locale Circolo del Partito Democratico alle targhette commemorative ai Caduti, affisse il 4 novembre scorso nel Parco della Rimembranza. Targhette, ed è questo il motivo del contendere, donate dalla Fondazione Hispano Latina che i dem definisce composta da «un gruppo di nostalgici fascisti».  

«Sebbene non voglio alimentare tensioni inutili – sostiene Cardilli – devo fare chiarezza sulla questione. L’Amministrazione di Colli fa tesoro della lezione impartita dalla senatrice a vita Liliana Segre: “I morti sono tutti uguali. Non togliamo le corone a nessuno”. Neppure noi toglieremo le nuove targhe solo per accontentare le assurde velleità di qualcuno che usa tutti gli appigli per creare polemiche e conflitti, per dividere e demolire. Il parco – continua il primo cittadino – versava ormai da decenni in una condizione di degrado e abbandono e l’intervento di riqualificazione era diventato urgente, anche per l’alto valore simbolico che rappresenta. Lo scopo è stato raggiunto con fondi comunitari ma anche grazie ad offerte di singoli, tra cui l’associazione di cui si parla che ha donato le targhette con i nomi di ogni Caduto». Poi il sindaco biasima il modo con cui è stata sollevata la polemica, «dietro una tastiera e non in Consiglio comunale dove poteva essere presenta un’interrogazione a riguardo» e ricorda agli esponenti del circolo di essersi presentati alle elezioni con una lista capeggiata da un candidato sindaco «dichiaratosi di destra».

«Aggiungo – dice pure Cardilli – che nessuno di loro era all’inaugurazione il 4 novembre. Davanti ai ritratti dei militari morti in guerra, anche su fronti opposti, c’erano invece i bambini delle scuole pubbliche del paese che hanno letto le ultime commoventi lettere dei loro concittadini. A chi si chiede se Colli sia ancora un paese antifascista – conclude il sindaco di Colli – dico che è e rimarrà sempre contrario a ogni forma di totalitarismo, rifiutando ideoligismi estremi, di ogni colore e pensiero. In qualità di sindaco e di servitore della Patria ricordo che i cittadini per lo Stato sono tutti uguali, hanno il diritto di esprimersi, come sancisce l’articolo 21 della Costituzione, e di fare anche una libera donazione. La mia amministrazione si impegnerà sempre per un dialogo aperto e costruttivo fra tutti componenti dell’intera comunità».

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