di Franco De Marco
“Ascoli Piceno archeologica. Da riscoprire ma anche scoprire con nuove campagne di scavo”. E’ la nuova carta che gioca, in chiave turistica, l’assessore comunale alla cultura Donatella Ferretti. Ecco il “tema”, la “cifra”, con la quale dare una più marcata identità al capoluogo piceno. Prosa, musica, pittura, danza e arte varia: l’offerta, nelle Marche, è decisamente ricca e parecchi treni (ricordate la danza?) per il capoluogo piceno sono già passati. L’archeologia, ovvero Ascoli romana o longobarda, potrebbe in effetti essere un filone nuovo da sfruttare accanto, naturalmente, a tutto il resto (che è tanto ma tanto da far invidia a parecchie città italiane).
Lo rivela Donatella Ferretti, cresciuta a pane e filosofia, insegnante nel Liceo Classico “Stabili” di Ascoli, da sempre molto attenta a tutto ciò che si muove nel campo delle attività culturali ascolane, una, insomma, che, finalmente, la materia la mastica. Le premesse per una positiva «svolta culturale della città», perché solo da qui può avvenire una rinascita anche economica, ci sono. Auguriamoci che si concretizzi alla prova dei fatti. Il sindaco Marco Fioravanti l’ha scelta per andare sul sicuro (prima era “sacrificata” al sociale) e rilanciare le attività culturali cittadine. In passato questo settore è stato sempre sottodimensionato e gestito in maniera improvvisata.
Assessore Donatella Ferretti, spieghi meglio questo indirizzo archeologico che intende imprimere.
«Ascoli, semplicemente, ha tanti tesori sotto terra. Sulla presenza longobarda abbiamo in cantiere un convegno nazionale con i maggiori studiosi di questo periodo storico. Puntiamo al ripristino e alla piena valorizzazione della necropoli longobarda di Castel Trosino che verrà collegata alla città con un sistema di trasporto. Sì, esiste anche l’ipotesi di nuove campagne di scavo, alcune delle quali già avviate, ad esempio i recenti sondaggi alla Piazzarola che hanno dato esiti sbalorditivi sull’origine della città, ma anche rinvenimenti straordinari di epoca piena al Villaggio del Fanciullo, sempre in stretta collaborazione con l’Università e la Soprintendenza. Dall’archeologia, in tante declinazioni, può venire un nuovo sviluppo turistico basato sull’identità e la memoria della città. Sarà potenziato il Museo dell’Alto Medioevo a Forte Malatesta dove verrà allestita una straordinaria sala multimediale per la riproduzione virtuale di scene di vita e di guerra dell’epoca longobarda. Sempre nell’ottica di una valorizzazione del nostro museo abbiamo avviato proficui contatti per ospitare una parte consistente dei preziosi reperti provenienti da Castel Trosino che attualmente si trovano nel Museo nazionale dell’Alto Medioevo di Roma». Più che di guerra Ascoli-Roma, sull’argomento, sembra giunta l’ora della diplomazia».
Oltre che sull’archeologia, su quali iniziative culturali punterà l’Amministrazione comunale?
«Vogliamo che le iniziative di carattere culturale esprimano un alto livello. La stella polare deve essere la qualità. Per far questo è necessario dare vita ad una programmazione triennale che renda possibile una pianificazione strategica, tenendo sempre conto dell’identità forte che Ascoli vuole trasmettere».
In quali settori?
«Prosa, lirica, mostre, musica, danza, occasioni di riflessione e approfondimento culturale, ma anche eventi legati al cinema, alla filosofia, all’attualità. Almeno una esposizione di grande richiamo all’anno (è già ora di pensare al dopo Tullio Pericoli a Palazzo dei Capitani, ndr). D’estate almeno un evento centrale di particolare rilevanza come un concerto o una rappresentazione lirica in piazza del Popolo».
Scusi assessore, ma, per realizzare tutti questi bei progetti, ci saranno maggiori risorse a disposizione della cultura dopo anni di magra e difficoltà varia?
«E’ nel programma di questa Amministrazione comunale puntare sulla cultura come elemento caratterizzante la nostra città e gli ascolani, che rispondono sempre in modo significativo alle proposte culturali. Abbiamo istituito un gruppo di lavoro per approfondire idee e progetti, un team qualificato che si riporterà a tutti i soggetti del territorio».
Ha pensato ad una diversificazione di genere tra i teatri comunali?
«Certo. Il Teatro Filarmonici, oltre a proporre un teatro sperimentale e di avanguardia, andrà a costituire uno spazio a disposizione dei laboratori teatrali e delle compagnie locali di prosa. Abbiamo già avuto dei contatti e abbiamo concordato la linea d’azione. Avranno a disposizione un certo numero di serate per i loro spettacoli e l’incasso servirà per sostenere l’attività. Stessa formula per le associazioni musicali. Per l’Auditorium Montevecchi penso ad un teatro delle parole ovvero il luogo di letture, conversazioni, recitazioni, accompagnati da altre forme d’arte, sempre avendo una particolare attenzione al territorio. Il Teatro Ventidio Basso, naturalmente, è destinato agli spettacoli di maggior impegno e richiamo: prosa, lirica e musica. In riferimento al Massimo sta per essere pubblicato il bando per affidare, mediante una procedura ad evidenza pubblica, il servizio di sala (scaduto da tempo, ndr) ovvero accoglienza del pubblico e bar. Prevediamo anche l’apertura del Ventidio Basso per visite guidate attraverso un percorso che è già stato strutturato (un positivo ritorno all’antico, ndr) promuovendolo così pure dal punto di vista turistico. Prevediamo una media di 70-80 spettacoli all’anno proposti sia dall’Amministrazione comunale sia da terzi soggetti organizzatori».
Quali le manifestazioni culturali su cui punta l’Amministrazione comunale per il 2020?
«Il 6 e 7 marzo tornerà Cinesophia (quarta edizione, ndr). A luglio avremo inoltre il ritorno della “Milanesiana” a cui teniamo molto. A maggio il “Festival delle arti sceniche contemporanee” App (Ascoli Piceno Present), a cura dell’Amat, giunto alla quinta edizione. In estate intendiamo potenziare ed arricchire “Cinema sotto le stelle” che già lo scorso anno ha avuto un notevole successo. A settembre il Festival internazionale di musica “ascolipicenofestival”. A ottobre il Festival di musica contemporanea “Nuovi Spazi Musicali”. Altra manifestazione alla quale tengo I Teatri del Sacro, a carattere biennale, che si farà nel 2021. Questa Amministrazione vuole poi puntare sul potenziamento della rete museale che ad Ascoli è particolarmente ricca: Pinacoteca, Forte Malatesta, Galleria d’arte contemporanea “Osvaldo Licini”, Palazzo dei Capitani. Ritengo cruciale la positiva collaborazione con la Diocesi e con il prezioso Museo Archeologico. Sono convinta che aprirci all’arte contemporanea in tutte le sue forme possa essere molto interessante per una città come la nostra e ne abbiamo già positivi esempi in mostre recentemente allestite, festival musicali, rappresentazioni teatrali e performance di danza sperimentale. Espressioni artistiche che ben si integrano nei contesti cittadini e ne esaltano la in modo esponenziale la bellezza».
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