di Franco De Marco
(fotoservizio di Andrea Vagnoni)
Potere della cultura. E plaudiamo anche noi magari dicendo: meglio tardi (vedi le tante occasioni perse in passato a cominciare dalla disastrosa divisione del Piceno tra le Province di Ascoli e Fermo) che mai. Questa mattina sabato 18 gennaio, in una Sala dei Savi stracolma, di rappresentanti istituzionali e soprattutto di rappresentanti di tante e tante associazioni culturali della città, è stato consumata la celebrazione dell’assegnazione alla città di Ascoli, da parte del ministro della cultura Dario Franceschini, della sede della Soprintendenza Marche Meridionali.
Al tavolo della presidenza dei lavori, attorno al sindaco Marco Fioravanti, c’erano i rappresentanti di tutti i maggiori partiti governativi e non governativi: le onorevoli Rachele Silvestri (ex M5S oggi gruppo misto) e Giorgia Latini (Lega), la vicepresidente della Regione Anna Casini (Pd), l’onorevole Roberto Cataldi (M5S) e l’assessore comunale alla cultura Donatella Ferretti alla quale va il merito di aver distribuito una grossa dose di collante per la formazione di una speciale squadra che, finalmente, ha ottenuto un positivo risultato per il capoluogo piceno.
L’ottenimento della Soprintendenza, anche se magari lontana dal sentire quotidiano del cittadino comune, ha una importanza rilevante per la velocizzazione delle pratiche di natura paesaggistica, a cominciare naturalmente, da quelle per la ricostruzione post terremoto, e per la valorizzazione del patrimonio archeologico-artistico-ambientale che ha in Ascoli la capitale marchigiana. L’ufficio sarà ubicato (però ancora non si sa quando inizierà effettivamente ad operare) all’interno del Museo archeologico in piazza Arringo. E se per caso non fosse sufficiente lo spazio l’Arengo è pronto a mettere a disposizione i locali ex Fai a Palazzo Malaspina.
Quella odierna è stata una vera vera giornata dell’orgoglio ascolano. Adesso però bisogna andare avanti con questo format se si vogliono ottenere altri risultati positivi anche più importanti e relativi a ricostruzione, lavoro, sanità e naturalmente cultura (c’è già la battaglia per far diventare Ascoli città italiana della cultura nel 2021). Ma è ovvio che per far questo, come è stato detto, serve una idea di futuro e servono progetti concreti di alto livello allargando al mondo gli orizzonti della città.
«Questa è la dimostrazione – ha detto Fioravanti – che quando si è tutti uniti si vince e si centrano gli obiettivi nell’interesse della collettività. Al di là delle appartenenze politiche e delle bandiere. Questo modo di operare deve essere da esempio per il futuro. Dico grazie a nome di tutti al ministro Franceschini che ha basato la scelta su criteri oggettivi. Per far rinascere le aree interne, soprattutto dopo il terremoto, bisogna prima portare i servizi e non centralizzare». Fioravanti poi ha lanciato la proposta di un tavolo permanente di lavoro tra istituzioni e associazioni culturali per proseguire nel format sperimentato. E ha sottolineato: «La cultura è anche industria e porta lavoro». Cercando di stemperare le velenose polemiche sollevate da Fermo e Macerata che non hanno digerito la scelta di Ascoli: «La strada è la collaborazione per la realizzazione sempre più di una città territorio».
Il concetto dell’unità di azione, per raggiungere importanti obiettivi, sono stati ripetuti da tutti. Latini: «Questo è un modello operativo. Ognuno ci ha messo del proprio. Collaborazione e non contrapposizione. Lo si è visto anche con l’ottenimento di 1.300.000 euro per i dottorati universitari». Casini: «Ognuno ha fatto un pezzetto. Ringrazio in particolare l’assessore Ferretti. Avere ad Ascoli la Soprintendenza consente accelerare e sviluppare l’attività programmatoria. E’ una opportunità per tutti. Non una bandierina». Silvestri: «Il mercoledì prima della notizia avevo incontrato Franceschini apprezzandone il comportamento. Sono certa che così potremo risollevare il territorio». Cataldi ha portato in pubblico il suo personale disagio per le modalità del lavoro parlamentare con evidente riferimento alle sue inascoltate proposte per sburocratizzare le pratiche per la ricostruzione post terremoto: «In questi due anni in Parlamento ho capito che non servono le contrapposizioni. Pensare e dialogare. Da subito ci vuole però un’idea di futuro».
Ferretti: «Da decenni Ascoli perde di direzionalità. Il risultato ottenuto ci riempie d’orgoglio. Ora guardiamo al futuro». Nei giorni scorsi è stata proprio Ferretti a lanciare, su “Cronache Picene”, la sfida di “Ascoli archeologica” da valorizzare e anche riscoprire per fini culturali e turistici (qui l’articolo). La Soprintendenza in loco può giocare un ruolo essenziale. «Gli ascolani – ha affermato – camminano sulla storia. Dobbiamo ragionare in termini di territorio. E’ stato previsto che Fermo e Macerata avranno uno sportello della Soprintendenza».
Davvero significative le testimonianze di alcuni sindaci e operatori pubblici. Sante Stangoni, sindaco di Acquasanta Terme: «Finalmente potremo essere più celeri nelle pratiche paesaggistiche». L’assessore comunale di San Benedetto Andrea Traini: «Con la Soprintendenza ad Ascoli potremo meglio tutelare e valorizzare il nostro patrimonio culturale. Anche la Riserva della Sentina di San Benedetto, unica area umida tra Emilia Romagna e Puglia». Il presidente del Bim Tronto Luigi Contisciani: «Noi da 4 anni cerchiamo di far parlare tutti con la stessa lingua». Il sindaco di Montedinove Antonio Del Duca: «Un’avventura avere rapporti con Ancona da Montedinove. Ora si volta pagina. La divisione tra Ascoli e Fermo ha portato solo danni».
Il presidente del Cup Achille Buonfigli citando Charlie Brown: «L’unione ha fatto la forza. Ogni euro investito in cultura ne porta 7/8. La cultura è un volano economico. C’è un Distretto del carbonio che ci chiede saperi». Il sindaco di Carassai Gianfilippo Michetti: «Noi siamo il primo Comune fuori dal cratere e la Soprintendenza ad Ascoli ci sarà di notevole aiuto per le pratiche burocratiche. Un esempio? Abbiamo ad esempio il caso di Rocca Montevarmine, sorta nel 1060, che però è di proprietà del Comune di Fermo. Immaginate i problemi per intervenire. In questo castello nel 1660 è stata trovata la prima arma da fuoco».
L’arrivo della Soprintendenza ad Ascoli, auspicata da tempo immemore, dai tempi del restauro del Caffè Meletti, degli scavi in piazza Arringo o corso Mazzini, apre davvero una nuova stagione dello sviluppo culturale ed economico? E, soprattutto, un’accelerazione della ricostruzione post terremoto? Tocchiamo ferro.
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