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Rompicapo Ascoli, ha pagato solo Zanetti

SERIE B - Il tecnico è stato esonerato, ma se ne sarebbe andato da solo. Gli errori commessi la scorsa estate e la gestione molto approssimativa del gruppo hanno responsabilità anche altrove
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Zanetti con il dg Lovato e il ds Tesoro

di Andrea Ferretti

Rompicapo Ascoli. I bianconeri, che nell’andata seppur per pochissimo tempo sono perfino stati primi in classifica, dopo un girone si ritrovano nelle condizioni di dover vincere a Livorno, squadra con un piede in C, per non scivolare in zona retrocessione. La storiella che va di moda nei bar da una cinquantina di anni è quella della Serie B dove con due vittorie di fila stai su e con due sconfitte consecutive piombi in basso. Storiella che ormai non regge più, se non per farsi coraggio tra tifosi illusi o magari nel chiuso di uno spogliatoio tra beghe, dispetti, risse e ritorsioni. Inzaghi, ad esempio, a questa storiella non credeva manco da bambino. E non ci credevano nemmeno a Benevento. Risultato: i campani sono quasi in A con mesi di anticipo, a Natale come si dice in quegli stessi bar.

Il ds Tesoro

L’Ascoli è invece imploso, lasciando senza parole tanti addetti ai lavori, non solo esperti e finti esperti locali. Prima del Frosinone, la squadra al “Del Duca” rimediava puntualmente ai danni della settimana precedente lontano dal “Del Duca” con una estenuante altalena nella griglia playoff. Fuori casa non ha mai brillato, nemmeno nell’1-5 di Castellammare quando la Juve Stabia se avesse chiuso il primo tempo sul 3-0 non ci sarebbe stato nulla da eccepire. Si è più volte celebrato l’attacco-mitraglia, ma qualcosa evidentemente covava sotto la cenere. Zanetti non ha retto la pressione, non tanto quella esterna quanto quella dello spogliatoio, restando stritolato tra veterani, finti veterani e giovani che si credono fenomeni. A tal proposito, Ninkovic e Da Cruz dovrebbero spiegare in una pubblica piazza perché ovunque hanno giocato (con risultati non esaltanti), tempo qualche mese e gli sono state messe in mano due belle valigie piene di sogni e speranze. Capitolo Ardemagni: era il capitano, il beniamino dei tifosi, ha fatto l’attaccante, lo sparring partner di Scamacca, il centrocampista e il difensore aggiunto, e poi è stato liquidato. Beretta e Rosseti, infine, hanno trascorso più tempo in infermeria che in campo. Chajia una meteora.

Il presidente Neri e il patron Pulcinelli

Senza scomodare Mazzone, e mettiamoci pure Sonetti, e senza scavare nel passato, con un Cosmi il popolo bianconero si sarebbe sicuramente risparmiato la vergognosa sceneggiata del calcio di rigore Ninkovic-Da Cruz, da sfida scapoli-ammogliati della domenica mattina. Si sarebbe risparmiato Ninkovic che prende a pugni la panchina dopo una sostituzione o che si fa cacciare dopo essere stato sostituito. E ci aggiungiamo la collezione di evitabilissimi cartellini (gialli e rossi) dello stesso serbo e di Da Cruz. Ma mentre accadeva tutto questo, Zanetti che faceva? E il ds Tesoro? E il “social patron” Pulcinelli? La situazione è sfuggita di mano a tutti. La conseguenza sono i risultati e la classifica: i numeri non sbagliano mai. Zanetti ha pagato per tutto e per tutti. Anche per un mercato estivo, sul quale probabilmente non ha potuto mettere becco, quando è stata costruita una squadra con molti giocatori che hanno tradito le attese e sono stati puntualmente sconfessati dal campo, un giudice inappellabile. Ma gli errori non li ha commessi solo Zanetti, che nel frattempo è stato esonerato. Che abbia pagato solo lui non è giusto. E’ davvero un Ascoli rompicapo.


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