di Maria Nerina Galiè
Doppio incontro oggi, sabato 22 febbraio, nelle Marche per il Coronavirus e una partita di calcio rinviata, Ascoli-Cremonese. Lo ha stabilito il Gores riunitosi in Ancona stamattina perché a conoscenza dal Comitato operativo nazionale che all’ospedale di Cremona erano stati identificati due casi accertati. Per motivi di salute pubblica è stata dunque assunta, in condivisione con la Prefettura di Ascoli, la decisione di non far giocare la partita in programma alle ore 15 al “Del Duca”.
Cesare Milani, direttore dell’Area Vasta 5, in contemporanea, ha riunito l’Unità di coordinamento per il Coronavirus, della quale hanno fatto parte i direttori sanitari degli ospedali di Ascoli e San Benedetto, il direttore della centrale operativa del 118 Flavio Paride Postacchini, il direttore del servizio Igiene e sanità pubblica Claudio Angelini e il coordinatore infermieristico dei Pronto Soccorso di entrambi i presidi. All’incontro «voluto per stabilire le azioni da mettere in campo in caso di epidemia conclamata», ha precisato Milani, ha partecipato anche il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti.
Nella riunione è stato stabilito che non ci sono i presupposti per annullare le feste di Carnevale, che vengono quindi tutte confermate. «L’unico dubbio ci è sorto in merito al veglione in programma stasera, sabato, al “Villa Picena” di Colli del Tronto, dove ha soggiornato la Cremonese in attesa della partita poi rinviata. Ma è stato lo stesso medico della squadra, raggiunto telefonicamente, a rassicurarci che non ci sono tra loro casi sospetti o monitorati». Tutto confermato pertanto anche per il “Villa Picena”. «I due pazienti monitorati nel Piceno – ha precisato inoltre il direttore di Area Vasta 5 – dopo essere stati valutati, sono stati giudicati non riconducibili al Coronavirus».
La Regione Marche in una nota ribadisce che «i cittadini che hanno dubbi rispetto al loro stato di salute non devono recarsi in ospedale o negli studi dei loro medici, ma devono contattare telefonicamente i medici di Medicina generale o, durante gli orari in cui non c’è la reperibilità, la Guardia medica, che fornirà le indicazioni in base alle singole situazioni». A tal proposito, Milani fa presente che «sono in corso di distribuzione presso tutti i centri di medicina di continuità assistenziale (ex Guardia medica) degli appositi kit. Essi contengono mascherine, guanti e grembiule. Lunedì 24 febbraio gli stessi materiali saranno consegnati ai medici di Medicina generale».
LA SITUAZIONE NEL RESTO DELLE MARCHE – Nessun caso sospetto anche nel resto delle Marche. Tutti negativi i tre pazienti che erano sotto monitoraggio nelle Marche: due ad Ancona e uno nel Fermano. Lo ha comunicato il Gores nel corso della riunione che si è svolta ad Ancona. I risultati dei tamponi sono arrivati intorno alle ore 19 e sono tutti negativi. Si tratta, da quanto emerso, del parente di uno dei contagiati di Codogno – Comune lombardo dove si sono registrati numerosi casi – che ieri è stato all’ospedale di Civitanova per sottoporsi a un controllo precauzionale, e non presentava sintomi. L’uomo era venuto nelle Marche per trovare la fidanzata che vive nel Fermano. Ieri sera ha chiesto di essere visitato all’ospedale di Civitanova. I test hanno dimostrato che è negativo. Ad Ancona si tratta invece di due persone che erano state in Lombardia e presentavano sintomi influenzali. In via precauzionale sono state sottoposte al tampone.
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE MARCHE – Intanto il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, dopo la riunione del Gores ha detto: «Siamo in attesa di un passaggio importante. La Protezione Civile nazionale sta lavorando alle linee guida per le grandi manifestazioni. Il contagio a livello nazionale ha fatto un salto di qualità, poiché non riguarda più solo coloro che sono andati nei luoghi dei focolai principali, in Cina, ma ci sono persone contagiate qui nel territorio nazionale. Nelle Marche al momento non abbiamo nessun caso positivo. Tre casi sono monitorati e gli esiti arriveranno presto. Ciò non toglie che dobbiamo rafforzare tutte le attività di prevenzione. La prima, più delicata e più importante – ha aggiunto – è che quando si hanno dei sintomi non bisogna andare al pronto soccorso ma chiamare al telefono il medico di medicina generale, cioè il medico di famiglia, o il medico di continuità assistenziale, affinché intervengano loro per gestire la situazione. Noi stiamo lavorando nella sala operativa da molte ore e lo faremo anche nei prossimi giorni, senza abbassare la guardia, senza creare inutili allarmismi. Tutto quello che è importante sarà via via comunicato ai cittadini. Sono già pronti, se serviranno, 57 posti per ospitare casi che dovessero rivelarsi, perché la macchina non aspetta l’ultimo momento ma si muove per tempo. Lavoriamo anche per proteggere chi lavora in sanità. Si fanno scelte che devono consentire a tutto il sistema di essere pronto. Tengo molto a mantenere costante la comunicazione e l’informazione. Non dobbiamo generare paura, ma ognuno di noi deve fare la propria parte. Nel tavolo del Gores – ha concluso Ceriscioli – abbiamo tutte le componenti istituzionali più importanti del territorio. Si lavora insieme per offrire il meglio alla nostra comunità».
MISURE PRECAUZIONALI – La richiesta ai cittadini è quella di affrontare questa emergenza con attenzione ma senza allarmismi, contribuendo ad evitare la diffusione seguendo le indicazioni dell’Istituto superiore di Sanità: lavarsi spesso le mani, evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, non toccare occhi, naso e bocca con le mani, coprire bocca e naso se si starnutisce o tossisce, non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico, pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol, usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o si assistono persone malate, i prodotti “made in China” e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi, contattare il numero verde 1500 se si hanno febbre o tosse e si è tornati dalla Cina da meno di 14 giorni, gli animali da compagnia non diffondono il Coronavirus.
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