di Walter Luzi
(fotoservizio di Pierluigi Giorgi)
Re Carnevale esorcizza la paura. Sono tantissimi al centro di Ascoli per chiudere l’edizione 2020. Maschere e spettatori nelle piazze più belle per vincere insieme ansie e psicosi. Il pomeriggio parte sottotono, nonostante l’ennesima giornata di bel sole, poi le vie del centro si riempiono come ogni anno. E’ il Carnevale, tradizionalmente, degli ascolani, quello del martedì, giorno feriale e lavorativo per tutti, se ci si allontana solo qualche decina di chilometri dalle cento torri.
Ma qui è la festa. Comunque. Come uanne mai. Davvero in ogni senso. Per dirla con gli applauditi protagonisti dello sparo di Sant’Emidio fuori stagione. Ah-ua-ò, tormentone in vernacolo ascolano, riecheggia dai versi di padre Ippolito Brandozzi. Che, come sempre, la fa da padrone. L’Accademia del dialetto sotto la Loggia dei Mercanti cerca di dare assistenza ai forestieri, fornendo i primi rudimenti per le traduzioni. Ma, sia allo scritto che all’orale, è dura. Soprattutto quando beèèè sta a significare molto bene, ma anche suono onomatopeico riconducibile a mansueti e sottomessi ovini nei quali non è molto gratificante riconoscersi. Ma, d’altronde, dai millenni siamo quelli che tira la preta e…
L’arte si esalta nell’”Uddema cena” che va in scena in via del Trivio e un certo slancio mistico si ritrova in piazza del Popolo con i tanti santi fuori concorso. I fedelissimi della banda Pizi & C. si ritrovano invece sotto un confessionale stavolta, molto ben frequentato, nel chiostro di San Francesco. E la folla, divertita, è pressoché costante anche davanti alle transenne delle grandi ambientazioni fisse di piazza Arringo. Una autentica, concentrata riserva di talenti del Carnevale ascolano che non deludono mai le attese.
Ah-ua-o’! I più piccoli continuano ad impazzire per le splendide cavalcature degli improbabili cavalieri quintanari a caccia di un latitante Moro. Buoni auspici traggono da questa edizione del Carnevale segnata dal virus giallo, anche i sestieranti di Porta Maggiore, in quasi quarantennale attesa della, finalmente, favorevole congiunzione astrale: “Nen seccede…ma se seccede…”. E chissà se, con tutto quello che sta capitando, non sia davvero la volta buona. Record di selfie-ricordo per i due ammirati sosia di personaggi eccellenti: la Regina Elisabetta, con tanto di trono e corona, e Salvini, con tanto di citofono. Ancora molto applauditi anche i pennuti dello stormo di fastidiosissimi piccioni tornati in piazza. Tematiche urbane molto sentite si rivelano i faraonici lavori per la fontana dietro al Jolly e la trovata surreale dei varchi. La ventata più bella, fatta di giocosa allegria e colorata spensieratezza, la portano invece le esuberanti ragazze dei tavoli mascherati.
Grazie. Ci voleva proprio oggi. Prima di tornare a casa, ai bollettini di guerra dei telegiornali, alle paure indotte degli untori, alle eterne ciance, inutili e ansiogene, dei talk-show. Toglieremo le nostre maschere. In molti, troppi, e troppo spesso, invece, dovrebbero mettersela. Anche quando non è Carnevale.
LA FOTOGALLERY DI PIERLUIGI GIORGI
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