di Maria Nerina Galiè
«L’emergenza Coronavirus ricorda quella di Chernobyl. Anche allora (nel 1986 l’esplosione della centrale nucleare, ndr) ci si è trovati di fronte ad un nemico subdolo e sconosciuto». Un paragone calzante con la situazione che tutta l’Italia sta vivendo in questo momento secondo Roberto Ferri, lo psicologo ascolano, presidente nazionale della “Società italiana psicologi dell’emergenza”, intervenuto come ospite alla trasmissione tv “Linea Notte” di Rai3, condotta da Maurizio Mannoni.
«Il pericolo maggiore è lasciare che la psicosi collettiva prenda il sopravvento», avvisa Ferri dall’alto della sua lunga esperienza nella gestione delle emergenze, nelle quali è intervenuto in seno alla Protezione Civile anche durante il terremoto del 2016.
«Una giusta comunicazione è fondamentale in questa fase – sostiene Ferri, raggiunto nella sua città per approfondire il delicato tema – e deve essere una sola e autorevole la voce che annuncia ai cittadini decisioni anche severe prese con convinzione. I messaggi devono essere univoci, scevri di allarmismo e non controversi. Diversamente vengono letti come ulteriore fonte di incertezza e non fondanti per obblighi e raccomandazioni sul comportamento da tenere per tutelarci e che sono dettati direttamente dall’Istituto superiore di Sanità e dal Ministero della Salute».
Parole che non fanno una piega e che rimandano alla controversa vicenda dell’ordinanza del presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, contestata dal premier Giuseppe Conte e da Angelo Borrelli, capo della Protezione civile nazionale e facile preda di strumentalizzazioni politiche pre elettorali.
«C’è da dare atto ai governanti che, proprio perchè ci si trova in una situazione nuova, è difficilissimo prendere decisioni – dice ancora il dottor Ferri – e sopratutto comunicarle in modo da non creare confusione. E sono tanti gli interessi in ballo e da salvaguardare, come i risvolti economici per tutto il paese. E’ estremamente importante invece avere sempre davanti, da parte di chi è chiamato a decidere, il bene dei cittadini».
Per coadiuvare le autorità a contenere il panico tra la popolazione attraverso la diffusione di una corretta informazione, il consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi ha condiviso con le associazioni, tra cui quella presieduta da Ferri, l’idea di istituire una task force, pronta ad intervenire gratuitamente nel momento del bisogno. Gli stessi psicologi si metteranno a disposizione anche dei cittadini reclusi nelle zone a rischio, raggiungendoli via skype come il regolamento concede per questo tipo di consulenze.
«Il nuovo Coronavirus rispetto al terremoto dove i danni erano ben visibili – rimarca lo psicologo – porta con sè l’aggravante dell’incertezza, del non percepire nell’immediato i veri effetti del virus. Questo scatena ancor di più i timori. Se vogliamo dirla tutta, la paura genera stress che a sua volta abbassa le difese immunitarie e si è più soggetti ad ammalarsi». Dipinge quindi un circolo vizioso dal quale bisogna portar fuori necessariamente i cittadini che devono avere «una giusta preoccupazione ma senza farsi prendere dal panico».
«Piuttosto, applicare le buone norme igieniche raccomandate dai sanitari, come lavarsi spesso le mani è il modo migliore per ostacolare il diffondersi del contagio, diventando parte attiva nel contrastare il motivo della paura» afferma Ferri che conclude: «Siamo ascolani, durante una scossa di terremoto ci raccomandiamo a Sant’Emidio che però potrebbe risponderci: io vi aiuto, ma voi vedete di mettervi dentro case sicure».
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