di Luca Capponi e Maria Nerina Galiè
Il messaggio è chiaro: «Niente allarmismi, la situazione nel Piceno è tranquilla. Sono stati eseguiti due tamponi risultati entrambi negativi. Altre 11 persone provenienti dalle zone a rischio sono in quarantena volontaria ma non manifestano nessun sintomo, si sono “autodenunciati” volontariamente e sono costantemente monitorati. Ecco, una cosa a cui facciamo appello è proprio il buonsenso: ricordiamoci che la situazione Coronavirus sta rientrando nei canoni e che nella maggior parte dei casi si guarisce».
E’ ormai da sabato che l’Unità di coordinamento si riunisce giornalmente per fare il punto e tenere alta la guardia, lavorando 24 ore su 24. Cesare Milani, direttore dell’Area Vasta 5, ci tiene però a spiegare i passaggi che stiamo attraversando, nonostante i tempi stretti e la gran quantità di circostanze da affrontare. «I due tamponi sono stati effettuati su una signora di Monteprandone tornata da una delle “zone rosse”, e l’altro su un ragazzo di San Benedetto con febbre alta che è stato ricoverato al “Murri” di Fermo. Entrambi, come detto, negativi -continua Milani-. Sugli altri casi non è stato eseguito il tampone poiché non sono in essere le due condizioni essenziali, cioè arrivare da uno dei luoghi del contagio e manifestare sintomi, cosa che non si è verificata».
«Ad ogni modo -va avanti il direttore- si tratta di situazioni che seguiamo e in cui siamo completa disposizione anche a livello assistenziale. Ci sono infermieri addestrati pronti ad eseguire il tampone e personale a disposizione per ogni tipo di bisogno, anche per la spesa, ad esempio. Ribadisco che si tratta di persone che hanno segnalato spontaneamente la loro condizione».
Ma nel caso il virus si propagasse anche nel Piceno? «Una ipotesi piuttosto improbabile, ma siamo comunque pronti. C’è un’ala dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli attrezzata per l’evenienza, con le urgenze che verrebbero trattate a San Benedetto -specifica Milani-. L’invito che faccio e rinnovo è quello di recarsi il meno possibile in ospedali e ambulatori e di farlo solo se strettamente necessario. Per consultare il proprio medico si può usare il telefono. Nei casi più sospetti si procede a una valutazione epidemiologica telefonica e in base alle risposte si sceglie quale strada intraprendere. Per i medici di base sono a disposizione i kit con tuta, mascherina e tutto il necessario, invitiamo a non disperderli».
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