foto e testo di Simone Corradetti
La strada provinciale “Mezzina” resta al centro di polemiche e disagi, per la lentezza dei lavori di ammodernamento del terzo lotto in contrada Lava di Offida ma anche per l’alta velocità di molti automobilisti che hanno il piede pesante sull’acceleratore, lungo i rettilinei che sono stati ampliati nell’ultimo decennio. Anni addietro, la carreggiata attraversava le abitazioni rurali, era stretta e piena di curve con un limite massimo di 50 chilometri orari, mentre ora è diventata una strada a scorrimento veloce con un limite di 90 chilometri orari sui nuovi stralci.
Nulla da dire, se non fosse per la mancanza di dispositivi elettronici per il controllo della velocità. Infatti, dopo gli incidenti gravi e anche mortali del 2019, alcuni cittadini avevano indirizzato una lettera scritta con raccolta firme, alla Prefettura e alla Provincia di Ascoli, ma con scarsi risultati oggettivi. Soltanto i vigili urbani dei comuni di Castel di Lama e Offida, hanno provveduto ad effettuare alcune postazioni temporanee con l’utilizzo dell’autovelox nei punti più pericolosi.
Per non parlare poi, delle ultime raffiche di vento che rendono precaria la visibilità stradale, soprattutto sugli incroci, e la presenza di rami spezzati dal vento che si riversano sulla carreggiata.
Sull’argomento, parlano il sindaco di Offida Luigi Massa e il consigliere di minoranza Eliano D’Angelo. «Sono in stretto contatto con gli uffici tecnici della Provincia – ha detto il primo cittadino – che mi hanno rassicurato sull’esecuzione dei lavori in corso, sulla fattiva costruzione dei piloni e dei muri in cemento armato».
«Dal mese di ottobre – tuona invece il consigliere Eliano D’Angelo – chiediamo incessantemente un appuntamento con il presidente della Provincia Sergio Fabiani, ma con scarsi risultati. Volevamo semplicemente delle delucidazioni in merito all’ammodernamento, al miglioramento della viabilità e per il corretto ripristino della segnaletica orizzontale poco visibile nelle ore diurne e soprattutto notturne, al fine di garantire l’incolumità pubblica».
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