di Giovanni De Franceschi
«Sono convinto che alla fine il centrosinistra riuscirà a trovare la sintesi, perché penso di essere il più civico dei politici». Parole di Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia, coordinatore nazionale dei presidenti delle Anci regionali, nonché fresco candidato del Pd alle prossime elezioni regionali. E’ sul suo nome che i dem domenica si sono compattati a stragrande maggioranza – 35 i voti favorevoli, 2 contrari e 1 astenuto – dopo settimane di guerra fredda tra la maggioranza di Area 70 e la minoranza capeggiata dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci.
Un’investitura che ha avuto anche il via libera del Nazareno con la presenza del vicesegretario Andrea Orlando. Ma l’inversione a U del Pd, dopo la linea che aveva dettato Zingaretti e sposata anche dal segretario regionale Gostoli, cioè quella di cercare un civico sui cui far convergere tutta la galassia esterna ai dem, ha creato più di un malore tra gli alleati. «Tutti gli alleati hanno condiviso la critica rispetto alla mutata linea politica del Pd (da candidato civico per una “nuova storia” a candidato interno in nome della continuità). Così come unanime è stata la decisione di rifiutare incontri bilaterali e proporre un tavolo unico del centrosinistra», questa la nota arrivata all’indomani della direzione e firmata da da Art.1, Azione, Diem 25, Italia in Comune, Le nostre Marche, +Europa e Uniti per le Marche (Psi, Verdi, Civici), Italia Viva. Ecco il primo grande nodo da sciogliere per il candidato governatore del Pd, ricompattare il centrosinistra.
Sindaco Mangialardi, pensa di riuscirci? E come?
«Penso ci siano le condizioni, ho un’impostazione da sindaco, abituato a governare con altre forze politiche e altri sindaci. Quindi continuerò a fare quello che sono abituato a fare: cercare di allargare il più possibile la coalizione e costruire un progetto vero per la regione e per il centrosinistra».
Quando vi riunirete con gli alleati?
«E’ questione di ore, forse venerdì. Spero si faccia presto comunque, non amo perdermi in tatticismi e bisogna iniziare a dare risposte ai cittadini. Comunque sono ottimista, capisco che per le forze in campo sono un elemento di novità e quindi capisco anche la necessità di condividere e affrontare questa novità, penso sia fisiologico quello che sta accadendo con gli alleati».
E con quella parte del Pd che ancora non si è rassegnata al voto di domenica, pensiamo a Base riformista per esempio. Anche la loro reazione pensa sia fisiologica?
«Le diversità sono state nettate domenica mattina, ora dobbiamo partire da quel dato. Lo so che può sorprendere questa unità e ha sorpreso anche me, perché di solito ci si scanna. Invece il voto è stato inequivocabile e mi dà grande forza. Ora il mio intento è allargare il più possibile e sono molto tranquillo su questo, perché convinto che il progetto collegiale del centrosinistra alla fine troverà la sintesi. Sono il più civico dei politici, vista la mia esperienza da sindaco per 10 anni e quella da coordinatore nazionale dei presidenti delle Anci regionali».
Ci sarebbe poi la questione del regolamento etico del Pd: che escluderebbe qualsiasi candidatura per chi ha ricevuto un rinvio a giudizio.
«Non penso sia più un tema, se mai lo fosse stato. E’ una questione interna al partito che è stata risolta col voto di domenica».
Quello che si chiedeva però dalla galassia del centrosinistra e da parte del suo partito era un segnale di discontinuità con il governo Ceriscioli. Non crede che la sua candidatura, vada nel senso opposto?
«Non mi piace parlare in termini di continuità o discontinuità. Certo rispetto a quanto fatto in questi anni ci sono delle situazioni che hanno funzionato poco e che vanno corrette e altre invece che vanno semplicemente potenziate. Ma io sono assolutamente nuovo, al massimo il mio limite è conoscere. Ma Ceriscioli non mi ha indicato per amicizia o continuità, forse per competenza».
E qual è la prima situazione da correggere che le viene in mente?
«Non vorrei entrare nel merito adesso, ma sapete tutti quali sono state le mie posizioni sul terremoto per esempio, da presidente regionale dell’Anci. Ecco, sono le stesse».
Visti i sondaggi che danno il centrosinistra parecchio indietro rispetto al centrodestra, come pensa di recuperare questo gap?
«Con la candidatura inserita in un progetto credibile, penso che questo possa essere molto apprezzato dai cittadini, ed è su questo che lavoreremo. Oggettivamente i dati ci indicano un gap negativo, ma sono sicuro che saremo in grado di recuperarlo. Il clima che sto respirando è molto buono, sono un uomo di popolo e questo non può che aiutare. Perciò voglio inviare un messaggio molto tranquillizzante: sono convinto che ci sarà la convergenza di tutti e la volontà di lavorare insieme per la regione con un progetto innovativo».
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