di Maria Nerina Galiè
Il Piceno si conferma un’isola felice sul fronte Coronavirus, anche alla luce degli ultimi dati del Gores. Che sia fortuna o senso di responsabilità nel rispetto delle regole imposte, poco importa. Ma se davanti alla sorte siamo tutti impotenti, sul rispetto delle regole sono le singole scelte a fare la differenza.
C’è un pericolo che in queste fasi, successive all’inasprirsi delle restrizioni in diverse province del nord, incombe sul territorio: l’arrivo o il ritorno nel Piceno di persone provenienti dalle zone ad alto rischio di contagio, perchè qui hanno la famiglia d’origine o seconde case.
«E’ necessario che queste persone si segnalino spontaneamente alla sanità locale o siano invitate a farlo. Possono contattare il proprio medico di famiglia, se hanno qui la residenza, o il numero verde 800 93 66 77 attivo dalle 8 alle 20. Ci sono regole da rispettare, per tutelare la nostra salute e quella degli altri», è questo l’appello unanime di Cesare Milani, direttore dell’Area Vasta 5, Anna Casini vice presidente della Regione Marche e di tutti i sindaci della provincia che addirittura si stanno mettendo personalmente a disposizione per fare da tramite con le strutture preposte ai controlli. Il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, ha fatto richiesta al presidente della Regione di emanare un’apposita ordinanza per imporre l’isolamento ai cittadini che arrivano dalle province segnalate.
Le zone “a rischio” individuate nell’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono l’intera regione Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia.
Nella provincia di Ascoli non ci sono, ad oggi 8 marzo, tamponi di cui aspettare l’esito. Certo, la situazioni potrebbe cambiare da un momento all’altro. «Se accadrà, il sistema sanitario locale è pronto», afferma Milani che spiega: «Nei prossimi giorni, e non si esclude che avvenga già da domani, l’analisi di eventuali tamponi verrà fatta nel laboratorio di virologia dell’ospedale di Ascoli. Non sarà più necessario inviarli al “Torrette” di Ancona. Questo aspetto ci permetterà di avere i risultati in 2 ore, invece che attendere un giorno intero, ed essere così tempestivi nel prendere i provvedimenti necessari».
Eventuali casi dubbi inoltre saranno valutati dal personale ospedaliero, addestrato e protetto dagli appositi dispositivi, ma non all’interno dei presidi di Ascoli e San Benedetto. «La Croce Rossa ci sta mettendo a disposizione due container che posizioneremo all’esterno del “Mazzoni” di Ascoli e del “Madonna del Soccorso” di San Benedetto. Lì verranno visitati quei pazienti che secondo il parere medico è bene che non entrino in contatto con altri. Sia chiaro, entrambi gli ospedali hanno già una stanza ciascuno, per tali visite, ed alle quali si accede solo dall’esterno poiché l’ingresso interno è stato chiuso con del cartongesso. Ma i container saranno più capienti, meglio attrezzati e confortevoli».
Da domani inoltre si procederà sia ad Ascoli che a San Benedetto all’accorpamento di alcuni reparti affini, misura che permetterà di unire turni di lavoro del personale sanitario ed averne quindi un maggior numero a disposizione per necessità legate all’emergenza in corso. Sempre in questi giorni l’Area Vasta 5 assumerà 16 unità di cui 6 infermieri, 6 Oss e 4 assistenti sanitari.
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