di Simone Corradetti
Nella giornata di domenica 8 marzo, la Conferenza Episcopale Italiana ha accolto la decisione della Presidenza del Consiglio dei Ministri di sospendere sul territorio nazionale “le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri” fino a venerdì 3 aprile. Provvedimenti urgenti e necessari che sono stati adottati dal Governo centrale per contenere il rischio di contagio da Coronavirus.
Per la Chiesa cattolica si tratta di un periodo assai delicato come quello della Quaresima, dove erano previste funzioni religiose, via crucis, e benedizioni pasquali alle famiglie. Appunto per questo, parroci, sacerdoti e fedeli dovranno restare uniti nella preghiera per superare un momento difficile che coinvolge le famiglie, gli anziani, gli ammalati e gli emarginati, portando una parola di conforto e di coraggio. I vescovi Giovanni D’Ercole (Ascoli) e Carlo Bresciani (San Benedetto), non hanno perso tempo nel diffondere un messaggio rivolto al clero e alle parrocchie. «Ringrazio i parroci e i fedeli – dice D’Ercole – per aver svolto le Sante Messe nel pieno rispetto delle norme igienico sanitarie. In molti mi avete rappresentato il vostro sentimento di preoccupazione per la salute pubblica, e avremmo preferito continuare con le funzioni religiose, ma il nuovo provvedimento del Governo, arriva come un masso pesante che ci obbliga di non celebrare la Messa per salvaguardare il bene di tutti. Un passaggio – aggiunge – assolutamente restrittivo che impone una certa difficoltà e sofferenza dei pastori nelle celebrazioni. Senza l’eucarestia non potremmo vivere – conclude l’alto prelato – ma insieme riusciremo a superare questo momento di estrema difficoltà e precarietà».
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