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Coronavirus, il delicato lavoro
degli addetti ai tamponi
Milani sullo smaltimento del vestiario:
«La sicurezza è garantita»

EMERGENZA CORONAVIRUS - Le preoccupazioni tra gli operatori sanitari per l’inevitabile viavai del personale nella stanza dello stoccaggio. La proposta è che questo avvenga in un luogo meno frequentato e in un locale più ampio ed areato. Le rassicurazioni del direttore di Area Vasta 5
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L’ospedale Mazzoni (Foto Andrea Vagnoni)

di Franco De Marco

Sorge qualche preoccupazione, per lo stoccaggio del vestiario (tuta, mascherina, guanti e calzari), tra gli operatori, infermieri e medici, che devono andare anche nelle abitazioni private ad effettuare il tampone per accertare o meno la presenza del coronavirus. Il direttore dell’Area vasta 5 Cesare Milani però rassicura: «Non c’è alcun rischio. Il vestiario in questione viene depositato in una busta sigillata riposta poi in un’altro sacchetto di sicurezza. Una doppia precauzione».
Dopo il prelievo, gli operatori, assistiti da due ambulanze quando si recano all’esterno, dismettono il vestiario di protezione che viene appunto imbustato con molta attenzione e depositato in un piccolo ex bagno di un metro e mezzo per due circa, dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, per il trattamento di sanificazione con agenti chimici molto potenti preparandolo così per lo smaltimento definitivo. Con l’incremento del numero dei tamponi, quindi del lavoro, anche il materiale da smaltire aumenta.
In questa stessa stanza vengono depositati, da altri operatori sanitari, anche i ferri usati nelle sale odontoiatriche che devono essere sottoposti alla igienizzazione.

Le preoccupazioni, raccolte da “Cronache Picene” tra gli operatori sanitari, derivano appunto dall’inevitabile continuo viavai giornaliero del personale infermieristico in questa piccola stanza.  La proposta è uno stoccaggio in un luogo meno frequentato e magari in un locale più ampio ed areato. In sostanza si chiede più sicurezza per il personale.
Tuttavia, come detto, da parte del direttore dell’Area vasta 5, sono state fornite ampie assicurazioni. C’è da dire che il lavoro di questi operatori addetti al prelievo dei campioni in persone sospettate di Coronavirus è davvero molto delicato e purtroppo ogni giorno che passa aumenta. A loro, come naturalmente a tutto il personale sanitario impegnato nella battaglia contro il Coronavirus, deve andare la riconoscenza di tutti. Se al primo apparire del Coronavirus, per questo servizio, c’erano solo tre infermieri e un medico infettivologo, ora il personale nell’Area vasta 5 è stato aumentato a 15 infermieri e due medici. In media si stanno effettuando – ma sono in crescita – almeno due o tre tamponi ogni giorno in attesa che la necessità venga scemando. Per conoscere l’esito definitivo, con gli esami di laboratorio previsti dal protocollo, sono necessari altri due giorni.

 



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