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Controlli e verifiche: forze dell’ordine
in prima linea e cittadini collaborativi
(Fotogallery)

EMERGENZA CORONAVIRUS - Sulle strade grande lavoro di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizie Municipali. Chiunque si sposta da un Comune all'altro deve essere in possesso dell'autocertificazione. Monitoraggi nei negozi: i dubbi non mancano
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Controlli sul lungomare d San Benedetto, c’è anche il sindaco Piunti

di Andrea Ferretti

(fotoservizio di Alberto Cicchini)

Per i conteggi bastano (e avanzano) quelli del Governo e della Protezione Civile nazionale che ormai tutti aspettiamo con ansia. Un “bollettino di guerra” no stop con numero di deceduti, guariti, contagiati; ricoverati in terapia intensiva, normali reparti di ospedale, isolamento domiciliare. Il Governo ha vietato, almeno per il momento, a Prefetture e Questure di diffondere altri tipi di “numeri”. Che sarebbero poi quelli degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine scesi in campo, dei controlli sulle strade, delle verifiche nei pubblici esercizi, delle sanzioni elevate.

Il modulo dell’autocertificazione

Mentre ad Ascoli i social hanno prodotto fin dalle prime ore della mattina una sorta di caccia all’untore dopo l’ufficializzazione del primo caso di Coronavirus (un soggetto peraltro in isolamento domiciliare), sono proseguiti, per il secondo giorno, i controlli e le verifiche in nome del decreto “Io resto a casa” firmato dal premier Conte. L’aspetto più confortante, sui quali in tanti avevano temuto dopo i selfie di sfida (comparsi pure sui cellulari dello stesso Conte) di chi non ce la faceva a rinunciare al rito dell’aperitivo o altre iniziative legate alla movida, è che anche la popolazione picena ha risposto manifestando grande spirito collaborativo. Tutti. Sia gli automobilisti e i camionisti controllati sulle strade che gli esercenti nei negozi di Ascoli, San Benedetto e degli altri 31 Comuni della provincia.

Con pattuglie rimpinguate con l’utilizzo di personale sollevato dal lavoro d’ufficio, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale si sono buttati a capofitto in un compito per nulla facile e ricco di insidie e pericoli. Come quello di entrare in contatto, anche se protetti da guanti e mascherina ormai d’ordinanza con persone che continuano a girare in città e sulle strade per motivii di lavoro, salute, ecc. Nessuno ha voglia di beccarsi una multa di 206 euro o rischiare addirittura il carcere. All’inizio del lungomare di San Benedetto, ad esempio, oggi pattuglione per controlli e verifiche. Presente anche il comandante della locale Compagnia dei Carabinieri, il capitano Marco Vanni, il dirigente della Squadra Mobile della Questura di Ascoli, Patrizia Peroni, e il sindaco Pasqualino Piunti.

L’autocertificazione è senza dubbio il modello più scaricato, stampato e fotocopiato dell’ultimo decennio. Un documento essenziale per chi si muove da un Comune all’altro. E sono davvero tanti. Restando nell’ambito del capoluogo, basti ad esempio pensare a quanta gente lavora all’ospedale “Mazzoni”  di Ascoli e vive nei limitrofi Comuni di Acquasanta, Venarotta, Castel di Lama, Folignano, per non elencare tutti gli altri della vallata del Tronto, dell’entroterra e della costa.

L’autocertiificazione viene mostrata al poliziotto, carabiniere, finanziere, vigile urbano di turno. Tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine sono in possesso dei modelli da compilare per chi ne fosse sprovvisto. Poi, in ufficio, vengono effettuate le verifiche. Dopo le prime 48 ore non sembra ci siano in giro i soliti furbetti. Non ce ne sarebbe neppure motivo.

Per quanto riguarda i controlli nei negozi, soprattutto bar e altre attività che somministrano cibi e bevande serviti al banco fino a pochissimi giorni fa, una mano alle frze dell’ordine la stanno dando tutti coloro (tantissimi) che hanno deciso di abbassare le serrande a fine mattinata (al massimo intorno alle 15) antcipando abbondantemente l’orario limite delle 18 come stabilito dal decreto del Governo. Nelle prime ore la vasta casistica ha complicato il lavoro di controllori e controllati. Un esempio le pizzerie che lavorano solo a domicilio, su ordinazione. Oppure quel locale di Ascoli dove gli uomini in divisa e il proprietario stanno ancora discutendo sulla differenza tra pub e pizzeria. Una cosa è certa: abbassate le serrande, si risolve tutto. Ma è altrettanto certo che saranno moltissime le attività che, prima o poi, quelle serrande non le alzeranno più.

 



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