Due casi di contagio ad Ascoli, ad oggi 12 marzo, gli unici per il momento in tutto il Piceno. In questa fase in cui ci si può permettere ancora di incrociare le dita affinché le cose non precipitino, c’è spazio per per evidenziare ciò che si sta facendo di buono per contrastare l’avanzata del Coronavirus nell’Area Vasta 5. Proprio oggi nel laboratorio di virologi dell’ospedale “Mazzoni” è entrato in funzione un macchinario acquistato dalla Regione Marche due anni fa per processare i tamponi alla ricerca del Covid-19.
«Si tratta di uno strumento molto tecnologico – ha spiegato Anna Casini, vicepresidente della Regione Marche – voluto dal primario del laboratorio analisi Antonio Fortunato che, in questo momento complicato, ci permetterà di svolgere le analisi sui tamponi ad Ascoli in modo più rapido e soprattutto più sicuro per tutti gli operatori che quotidianamente e ormai da parecchi giorni sono in prima linea in questa battaglia. A loro va il mio grande ringraziamento, ma anche al Cesare Milani, direttore dell’Area Vasta che ha svolto e sta svolgendo con la sua equipe un encomiabile lavoro di riorganizzazione della sanità nel Piceno a fronte dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Con lui, Tiziana Principi direttore Anestesia Rianimazione di San Benedetto del Tronto, dove sono ricoverati pazienti di altre zone delle Marche e Claudio Angelini direttore di Igiene, epidemiologia e sanità pubblica».
Una nota positiva in un’emergenza che nessuno poteva immaginare ed in cui un nemico invisibile si sta insinuando anche nel Piceno che sembrava inespugnabile. «Una notizia, quella del secondo contagio di oggi, che conferma quanto sia rapida la diffusione di questo virus e che dovrebbe motivarci ancora di più a prendere tutte le precauzioni: mai quanto in questo caso ogni piccolo gesto è importante per la salute di tutti».
Sempre nella giornata di oggi è stata approvata dalla Giunta regionale una delibera urgente per riorganizzare il sistema della sanità delle Marche che prevede la ridistribuzione dei pazienti affetti da Coronavirus e di quelli invece non-Covid-19 in strutture differenti, in modo da poter gestire e razionalizzare ogni tipo di emergenza.
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