L’export agroalimentare marchigiano ha superato i 407 milioni di euro nel 2019, in crescita del 6% rispetto al 2018. Numeri in aumento nonostante le tensioni internazionali che hanno contrassegnato l’anno passato. Ma ora c’è grande apprensione per le ricadute che potrebbe avere l’emergenza Coronavirus con le difficoltà e le restrizioni alle frontiere che stanno incontrando i prodotti delle nostre campagne.
«La stretta dell’Austria al Brennero -precisa Coldiretti- è la più pericolosa con circa i due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane che interessano i paesi dell’Unione Europea con la Germania che si classifica come il principale partner con 7,2 miliardi. Ma limitazioni ai passaggi transfrontalieri sono state decise a nord anche dalla Svizzera, che ha scelto di chiudere alcuni valichi di collegamento con l’Italia mentre a est coinvolgono due tradizionali porte di passaggio delle merci made in Italy verso l’Europa orientale, come la Slovenia sulla sua frontiera terrestre e la Croazia che ha sospeso i collegamenti via mare fra Ancona e Spalato».
Tornando ai numeri regionali dell’analisi di Coldiretti Marche su dati Istat, Ancona è la provincia che più delle altre è riuscita a penetrare i mercati esteri con 126 milioni. Seguono Pesaro (119 milioni), Macerata (78 milioni), Ascoli (73 milioni) e Fermo (8,6 milioni). Il primato anconetano arriva nonostante un lieve calo (-1,7%) del comparto del vino che sfiora i 58 milioni. Confermano le buone performance dei precedenti anni i settori dell’ortofrutta lavorato e conservato (che ha superato i 25 milioni, +12,6%) e la pasta (oltre 16 milioni, +5,7%).
Ora il rischio è quello di veder dilapidato il gran lavoro, mix di qualità e reputazione, dell’agroalimentare marchigiano a causa di una domanda estera in calo anche per effetto della disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale con la campagna denigratoria sul cibo italiano che ha fatto addirittura attivare al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale una casella di posta elettronica (coronavirus.merci@esteri.it) dove segnalare restrizioni e discriminazioni verso i prodotti italiani le difficoltà riscontrate nelle esportazioni. «In questa situazione l’appello è rivolto alla grande distribuzione – dice Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – affinché sostenga il consumo di prodotti alimentari made in Italy con la scelta di fornitori in grado di garantire la provenienza nazionale di alimenti e bevande per sostenere l’economia, il lavoro e il territorio nazionale in questo momento di difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus».
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