L’annuncio del presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, dell’arrivo di 150.000 mascherine FFP2 e altrettante mascherine chirurgiche, è capitato proprio mentre il personale infermieristico del Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche, di Ascoli e Fermo è pronto ad intraprendere le vie legali al fine di garantire agli operatori sanitari gli standard di sicurezza previsti dalla normativa per l’emergenza Coronavirus.
E’ del 16 marzo la diffida inviata dall’avvocato Patrizia Paolucci per conto del presidente del sindacato Maurizio Pelosi, all’Area Vasta 5 e alla Regione Marche, alla Procura e Questore di Ascoli, all’Ispettorato del Lavoro, all’Ordine della categoria.
L’accusa è la inascoltata richiesta di mascherine chirurgiche e guanti in lattice avanzata dal sindacato, il 3 e il 10 marzo.
«Tale comportamento – precisa l’avvocato Paolucci – costituisce non solo una violazione degli obblighi inerenti la prevenzione e la tutela fisica e psichica negli ambienti di lavoro, ma anche un attentato all’incolumità pubblica. Di fatto, omettendo di assumere cautele contro gli infortuni sul lavoro, aggravate la situazione epidemiologica che affligge il Paese in questo frangente».
Ad ulteriore sostegno della tesi, il legale riporta le dichiarazioni dell’Istituto Superiore della Sanità in merito al rapporto tra sistema sanitario e Covid-19, aggiornate al 14 marzo, basate sul fatto che sono gli operatori sanitari, impegnati in assistenza diretta ai casi, e il personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni biologici i soggetti a maggior rischio di infezione da Sars Cov- 19 senza l’impiego e il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuali (Dpi) raccomandati o mediante l’utilizzo di Dpi non idonei.
Il Nursind, tramite l’avvocato, chiede quindi anche una «formazione opportuna e aggiornata sui rischi di esposizione professionale e sulle misure di prevenzione e protezione disponibili, nonché alle caratteristiche del quadro clinico di Covid-19».
E ancora: «Precauzioni aggiuntive a quelle generali sono necessarie per gli operatori sanitari al fine di preservare sé stessi e prevenire la trasmissione del virus in ambito sanitario e sociosanitario. Tali precauzioni includono l’utilizzo corretto dei Dpi e adeguata sensibilizzazione e addestramento alle modalità relative al loro uso, alla vestizione, svestizione ed eliminazione, tenendo presente che alla luce delle attuali conoscenze, le principali modalità di trasmissione del Sars Cov-2 sono attraverso droplet e per contatto, ad eccezione di specifiche procedure a rischio di generare aerosol. E’ scientificamente provato – si legga ancora nella diffida – che il personale medico e infermieristico, a livello percentuale, consta di persone già infettate poiché, essendo esposti al virus, tali soggetti sviluppano frequentemente un’infezione asintomatica continuando a veicolare l’infezione tra loro e ai loro pazienti; gli ospedali rischiano di diventare zone ad alta prevalenza di infettati in cui nessun affetto è isolato».
«Alla luce di quanto sopra precede – conclude l’avvocato Paolucci – è indispensabile che forniate ai vostri dipendenti le strumentazioni e Dpi adeguati alla corretta sicurezza e assistenza, nonché tutto quanto già richiesto dal Nurdind, al fine di tutelare i lavoratori e chiunque entri in contatto con loro».
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