di Franco De Marco
Corsa contro il tempo per realizzare il nuovo ospedale da campo per la terapia intensiva destinato alla cura dei contagiati Covid-19 nel sud delle Marche. Il direttore dell’Area Vasta 5, Cesare Milani, sul fronte Coronavirus 24 ore su 24, dopo l’indicazione ricevuta dal presidente della Regione Luca Ceriscioli, sta cercando di “stringere” per la scelta dell’area. «L’idea originaria – afferma Milani tra una riunione e l’altra, senza respiro – era quella di costruire la nuova struttura di 80 posti letto, riservata alla terapia intensiva, vicino all’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto. Ma qui non ci sono aree disponibili. Stiamo valutando la soluzione più opportuna. Sono in contatto col sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti, con quello di Grottammare Enrico Piergallini e con quello di Monteprandone Sergio Loggi».
La decisione dovrebbe essere adottata da un momento all’altro. L’ipotesi più probabile potrebbe essere un terreno in territorio di Centobuchi di Monteprandone. Quella più vicina al “Madonna del Soccorso”, ospedale che come noto è stato riservato ai malati Covid-19. Una volta scelta l’area, secondo quanto ipotizzato dalla Regione che ha deciso di avvalersi della consulenza dell’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso per la realizzazione di due strutture Covid 19, una ad Ancona e una nel Piceno, addirittura entro una quindici giorni dovrebbe essere pronto il primo modulo del nuovo ospedale con 25 posti di terapia intensiva.
«Se ci dovesse essere un aggravamento della situazione, ma speriamo di no naturalmente, dobbiamo prepararci – continua Milani – al “Madonna del Soccorso” abbiamo solo 6 posti di terapia intensiva. In generale la situazione, nella nostra provincia, va abbastanza bene. Riusciamo a fronteggiare l’emergenza. Ma non basta mai. Dobbiamo prepararci a far fronte ad altre eventuali necessità».
L’annuncio del presidente della Regione, per la realizzazione della nuova struttura gemella di quella di Ancona, ha colto un po’ tutti di sorpresa nel Piceno. Il fatto che Ancona e Ascoli vadano di pari passo nella costruzione dei nuovi ospedali può ragionevolmente dare forza e velocità al progetto complessivo anche con economie di scala. Intanto stanno andando avanti i tamponi non stop per il personale sanitario. Dopo San Benedetto tocca a quello di Ascoli. Le maggiori preoccupazioni derivano proprio per gli operatori dell’ospedale “Mazzoni” che è stato destinato a malati non Covid-19. Proprio per questo è necessaria la massima attenzione per evitare che un “normale” ricovero, per altra patologia, possa trasformarsi in veicolo di contagio.
MASCHERINE – Anche la Cgil denuncia la carenza e i rischi ai quali vanno incontro gli operatori sanitari. «Le mascherine chirurgiche ci sono – conclude Milani – stiamo cercando di fornire a tutti i dispositivi di sicurezza, ma l’approvigionamento non è facile».
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