Quattro miliardi e trecento milioni ai Comuni per aiutare le persone in difficoltà e altri 400 milioni destinati esclusivamente per darli alle persone che non hanno i soldi per fare la spesa o comprare farmaci. Lo ha detto stasera, 28 marzo, il premier Giuseppe Conte nel corso di un videomessaggio insieme al ministro Gualtieri. Ha anche annunciato una buona notizia: «C’è un dato che ci incoraggia, oggi abbiamo avuto 1.434 guariti, è il numero più alto. A inizio settimana ci confronteremo con gli scienziati e gli esperti e speriamo ci portino buone notizie». Ma Conte ha voluto soprattutto parlare degli aiuti che sono pronti ad essere messi nel motore per aiutare le persone che sono in difficoltà. «Oggi vogliamo dare il segno della presenza concreta dello Stato. Lo Stato c’è, l’ho sempre detto. Ci sono tanti cittadini in difficoltà, siamo consapevoli che ci sono tante persone che soffrono, sono sofferenze psicologiche, non eravamo abituati a stare in casa, poi ci sono problemi materiali di chi ha difficoltà ad approvvigionarsi di viveri e farmaci. Per questo abbiamo lavorato intensamente per varare subito un provvedimento di grande impatto. Ho appena firmato un dpcm con cui disponiamo per i Comuni la somma di 4,3 miliardi a valere sul fondo di solidarietà dei Comuni per aiutare le persone che sono più in difficoltà. Inoltre con una ordinanza di Protezione civile aggiungiamo a questo fondo 400 milioni che destiniamo ai Comuni con il vincolo di usare queste somme per chi non ha soldi per fare la spesa e acquistare beni di prima necessità. Da questi nasceranno possibilità da parte dei Comuni di fornire generi alimentari. Confidiamo quindi che già da inizio settimana prossima i sindaci siano nelle condizioni di erogare concretamente i buoni spesa per le persone bisognose. Non vogliano lasciare nessuno solo, abbandonato a se stesso. Siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo aiutare chi è in maggiore difficoltà. Deve nascere questa catena di solidarietà».
Conte ha aggiunto ancora. «Nell’ordinanza ci sono misure rafforzate per favorire le donazioni, anche da parte di produttori, distributori. Non vogliamo tassare la solidarietà. Faccio un appello alla grande distribuzione: possono aggiunge 5-10 % di sconto a chi acquista con questi buoni spesa. Un’ultima cosa: stiamo lavorando intensamente perché i 25 miliardi del decreto “Cura Italia” arrivino subito nelle tasche di famiglie, imprese e cittadini. Sono 16 misure di differente tipologia, stiamo facendo di tutto perché i tempi ordinari della burocrazia siano non dico dimezzati ma persino azzerati. Su questo sono intransigente. Vogliamo mettere in condizione tutti che possono beneficiare di cassa integrazione ordinaria e in deroga. Vogliano siano formalizzati entro il 15 aprile, se possibile anche prima. Vale per cassa integrazione ordinaria e in deroga e per i bonus. Anche per i 600 euro di bonus previsti stiamo facendo di tutto perché già potendo prendere domanda dal primo aprile si possa ottenere subito la disponibilità di queste somme. La macchina statale richiede procedimenti complessi stiamo facendo l’impossibile per azzerarli». Il ministro dell’economia Gualtieri ha detto che da domani la nuova misura per Comuni sarà operativa.
«Si rafforza la collaborazione tra Governo e Anci – dice il presidente dell’Anci Marche e coordinatore nazionale dei presidenti delle Anci regionali, Maurizio Mangialardi -. Il premier Conte e il ministro Gualtieri nel corso della conferenza stampa hanno annunciato di anticipare l’erogazione di 4,3 miliardi ai Comuni per dare ossigeno ai bilanci e stanzia ulteriori 400 milioni per gli aiuti alimentari alle famiglie in difficoltà che, attraverso l’Anci e i comuni saranno a disposizione dei cittadini. “Salutiamo molto positivamente che alla conferenza stampa sia stato chiesto di intervenire al presidente Decaro perchè il Governo ha chiesto aiuto ai Sindaci per assegnare le risorse assegnate alle famiglie che necessitano di tale sostegno. All’Anci spetta il ruolo di coordinare tale azione che deve essere giusta, incisiva e veloce. Siamo pronti a fare la nostra parte».
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