Dopo lo “sfogo” di alcuni giorni fa, il dottor Francesco Corradetti, medico anestesista rianimatore di Castel di Lama, uno dei camici bianchi in prima linea all’ospedale “Torrette” di Ancona in questo momento di grande emergenza, interviene sulla sofferenza delle persone affette da Covid-19. Di quelli che muoiono, di chi si troova in coma farmacologico attaccato a un respiratore in terapia intensiva. La sua testimonianza è accompagnata da un disegno di Urka (foto sopra), un suo amico di Colli del Tronto. Le sue parole.
«Ogni giorno persone affette da Covid smettono di soffrire, i morti. Ogni giorno un numero maggiore di persone soffre. Non soffrono solo i malati di Covid-19 che sono attaccati, in coma farmacologico, ad un respiratore in terapia intensiva. Soffrono anche quelli meno gravi che necessitano solo di ossigeno o hanno bisogno di un aiuto in più, quello che noi medici chiamiamo con un acronimo NIV: ventilazione non invasiva. Questi ultimi vivono l’isolamento in maniera peggiore perché sono coscienti ed hanno paura. Hanno paura perché manca l’aria, perché non è ancora disponibile un farmaco sicuramente efficace, non è pronto un vaccino».
«Medici ed infermieri non possiedono una cura ma senza sentire fatica “si prendono cura” di queste persone, ed è questo “prendersi cura” che riduce la paura. La paura e la sofferenza sono presenze giornaliere nella vita di tutti, anche dei sani. Covid-19 ha colpito l’intera società. Soffre chi è costretto in casa con una compagno violento, chi ha figli difficili, chi ha disabilità, chi non è autosufficiente, chi è solo. Soffre l’imprenditore, soffre l’operaio, soffre chi ha crediti, soffre chi ha debiti. La paura accompagna la sofferenza di ognuno di loro, i motivi sono diversi ma il risultato emozionale no. Anche io ho paura, sarei uno stolto a non averla, ho paura di contrarre Covid-19 e di diffonderlo. Ho paura di soffrire. La paura sale quando sono da solo, quando l’emozione travolge la ragione».
«Che ognuno di noi sfrutti questa solitudine per dialogare con la propria coscienza, con la ragione. Rivediamo le nostre opinioni. Accettiamo le nostre imperfezioni. Anche se isolati apriamoci agli altri. La mancanza di sicurezza in questo momento non implica che non ci sarà domani. Non alimentate la paura con le FakeNews, Covid-19 non è stato creato dall’uomo in laboratorio. Non ci sono complotti. La speranza è l’unico sentimento da coltivare. E’ un momento in cui ci è chiesto a tutti di essere parte integrante della società. Attivi, ma fermi nella nostra casa.
Non siamo in guerra.Sars-Cov-19 è un filamento di RNA di una frazione di micron, che non ha strategie, non pianifica, non ha esercito.Invade una persona e si riproduce, da solo non può farlo. Mentre si riproduce può colonizzare gli individui vicini al suo ospite, semplice».
«La pandemia è avvenuta grazie al nostro modo di vivere globale, grazie alla possibilità di percorrere grandi distanze in poco tempo. Se ciò che ha favorito una diffusione così rapida del virus è stato il nostro modo di vivere, inevitabilmente, dobbiamo modificarlo. I nostri fratelli cinesi lo hanno fatto, ne sono usciti, e sono disposti ad aiutarci. Ci riusciremo anche noi, ci riuscirà l’umanità. Nella società divisa pre-Covid-19 la sofferenza dell’altro è quella che egoisticamente abbiamo sopportato meglio. Oggi non esiste più l’altro, l’altro siamo noi, cerchiamo dentro di noi la speranza e coltiviamola per allontanare la paura. Ascoltiamo le parole autorevoli del Presidente del Consiglio, ascoltiamo l’OMS,ascoltiamo le ong che mettono a disposizione dei governi le competenze acquisite nella gestione delle epidemie nel mondo perché le pandemie non hanno confini. Io sono un sostenitore di Medici Senza Frontiere».
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