Poche, e pure rotte, le mascherine a disposizione del personale sanitario che tutti i giorni è alle prese con l’emergenza Coronavirus?
«Difettose» secondo Maurizio Pelosi, segretario di Ascoli e Fermo del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che chiede «l’immediato ritiro delle mascherine Ffp2 (viene citata anche la ditta, ndr) perché appena si indossano, l’elastico blu elettrosaldato alla mascherina si rompe, esponendo così il personale infermieristico al rischio di contagio del virus Sars-CoV-2».
«Contate, ma fino ad ora nessuno è rimasto senza» per il direttore dei presidi ospedalieri dell’Area Vasta 5, Diana Sansoni che afferma di «non aver ricevuto nessuna segnalazione di mascherine rotte al momento», riferendosi al caso citato dall’organizzazione sindacale.
«Penso – aggiunge la dirigente – si sia trattato di qualche caso isolato e certo non permettiamo che il nostro personale indossi protezioni difettose mettendosi a rischio. Auspichiamo piuttosto che gli addetti alla distribuzione, della Protezione Civile attraverso il Gores, prestino più attenzione possibile nella cura e nella verifica delle condizioni del materiale spedito. Capita che qualcosa arrivi non proprio nelle condizioni ottimali, o diverso da quello atteso».
Come è successo a ridosso dello scorso fine settimana, quando è arrivato uno scatolone di Ffp3 che però, una volta aperto, si è scoperto che conteneva le Ffp2. Si è rischiato di non avere abbastanza mascherine del tipo più performante, quelle che si devono utilizzare per assistere i pazienti Covid in determinate condizioni, per i giorni successivi. Il problema è stato risolto domenica, mandando un corriere da Ascoli per l’approvvigionamento necessario.
Le mascherine difettose preoccupano il segretario del Nursind anche perchè di quel tipo spiega che «sono presenti anche nei kit assemblati per la gestione dei pazienti positivi e sospetti e quindi difficilmente sostituibili, se non aprendo il kit stesso. Ciò può esporre il personale che lo utilizza al rischio di infezione. Ma provoca anche un superfluo aumento dei costi del materiale, che allo stato dell’arte risulta inappropriato».
«Se dovesse capitare di trovare la mascherina rotta al momento dell’utilizzo – sottolinea la Sansoni – verrebbe immediatamente sostituita con una sfusa ma con le stesse caratteristiche»
Ogni giorno nell’Area Vasta 5 si utilizzano circa 200 kit e tutte le mattine c’è chi fa il conto di quello che serve, tra kit e mascherine di tutti i tipi, e si accerta che le scorte siano sufficienti. Altrimenti parte l’ordine che il Gores raccoglie ed evade, sì, in base alle necessità del richiedente ma anche nei limiti delle disponibilità del momento. Non è semplice gestire le risorse in questa fase. Ci sono regole ben precise per l’utilizzo dei presìdi, dettate dall’Organizzazione mondiale della Sanità e recepite dall’Asur Marche che ha previsto protezioni ancora maggiori per i suoi medici, infermieri e Oss. Ma tutto questo può non bastare a placare la paura.
m.n.g.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati