Cordoglio per le vittime, plauso e gratitudine a chi è in prima linea nella guerra contro il Coronavirus e un monito-appello ben preciso alla Regione: «Subito un open web che consenta alla categoria di fare domande e approfondimenti». Questi i cardini della lettera aperta alla Regione di Franco Elisei e Piergiorgio Severini, rispettivamente presidente dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche e segretario del Sindacato dei giornalisti marchigiani. Entrambi ribadiscono vicinanza a tutti i colleghi impegnati a fornire un’informazione puntuale e corretta sull’emergenza Covid-19, esprimono cordoglio a tutte le famiglie che hanno perso i loro cari, e gratitudine a tutti gli operatori sanitari, Protezione civile, volontari e forze dell’ordine che si stanno prodigando in questo momento difficilissimo e delicato.
Allo stesso tempo, però, sollevano «perplessità sulla scelta discutibile della Regione Marche – scrivono Elisei e Severini – di non avvalersi dello strumento della conferenza stampa, ovviamente a distanza, via web, per comunicare agli operatori dell’informazione le notizie sulla grave pandemia che sta colpendo la regione e l’Italia intera, ma di usare il mezzo della comunicazione diretta attraverso la rete e i social, che non permette di sollevare domande, né di esercitare in modo contestuale un’eventuale analisi critica, fondamentale nella nostra professione per non subire e far subire passivamente ogni messaggio. Che diventerebbe così unilaterale. E costringe i giornalisti ad approfondire e/o trovare risposte alle proprie domande attraverso altri canali. Non tanto sui numeri drammatici dell’emergenza, quanto su scelte di natura politico-economico- sanitaria strettamente collegate».
«L’invito -concludono- è di attivare quanto prima un “open web”, che possa permettere a tutte le testate di avere un punto di riferimento preciso per poter poi realizzare servizi completi e senza equivoci, ma soprattutto con la possibilità di formulare contestualmente eventuali quesiti nel merito, in funzione di una sempre auspicata e maggiore trasparenza, evitando al tempo stesso, se non per propria scelta, di rincorrere necessariamente altri interlocutori. Perché si sa, l’informazione non si ferma»
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