di Renato Pierantozzi
Sette “scaglioni” di buoni spesa da 150 a 500 euro incrementabili di altri cento in caso di minori (0-3 anni), emessi con “pezzature” da 50 euro e da spendere negli esercizi convenzionati con il Comune (qui il modulo per aderire). Sono queste le indicazioni fissate dalla giunta comunale riunitasi mercoledì pomeriggio via Skype, per far fronte all’esigenza alimentare delle famiglie ascolane rimaste senza soldi a causa dello scoppio dell’epidemia da Covid-19.
Ma chi può accedere all’aiuto? In base a quanto previsto dall’esecutivo guidato dal sindaco Marco Fioravanti, il sostegno è riservato, prioritariamente, a coloro che hanno subito una perdita di entrate reddituali in conseguenza della cessazione obbligatoria della propria attività produttiva (artigiani, professionisti e commercianti che non sono ammessi a percepire l’indennità Covid 19 erogata dall’Inps).
Possono accedere al sussidio anche le persone che hanno subito una perdita di entrate reddituali in conseguenza di licenziamento (a causa della chiusura o della limitazione delle attività) e chi ha perso il reddito da lavoro saltuari. Non possono, invece, fare richiesta i percettori di ammortizzatori sociali e/o di reddito di cittadinanza e/o di altri sostegni pubblici per un importo complessivo pari o superiore a 600 euro mensili.
Sono esclusi anche i titolari di giacenze su conti correnti bancari/postali, depositi bancari/postali, polizze assicurative, fondi comuni di investimento, titoli di Stato complessivamente superiori a 5.000 euro alla data del 30 marzo 2020. In base a quanto disposto dal Comune ad un nucleo familiare composto da una persona spetta un buono da 100 euro che sale a 200 per due persone, 250 euro per famiglie da 3. Ai nuclei con quattro persone vanno 300 euro, 350 euro per 5, 400 euro per 6 ed infine 500 euro per nuclei di oltre 7 persone.
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