di Luca Patrassi
La Regione Marche ha deliberato oggi pomeriggio, 3 aprile, il via libera alla realizzazione dei novanta posti letto di terapia intensiva per pazienti Covid 19 nei locali della fiera di Civitanova. L’operazione è affidata al Corpo italiano di soccorso dell’Ordine dei cavalieri di Malta che utilizzeranno fondi privati. Si tratterà di una struttura modulare che sarà interamente o quasi riutilizzabile, i pannelli modulari resteranno alla Protezione civile mentre le apparecchiature sanitarie resteranno nella proprietà dell’Asur. Chiusa la parte delle autorizzazioni amministrative, la palla passa allo staff di Bertolaso che dovrebbe già essere operativo e pronto a partire. Se non domani, nel volgere di un paio di giorni è atteso il via ai lavori di una struttura sostenuta a gran voce da tutti gli addetti ai lavori. Dove per addetto ai lavori si intendono i medici che sono in campo per affrontare Covid 19 e la marea di contagiati che hanno bisogno di un ricovero, di un ventilatore, di un posto letto in terapia intensiva ed attualmente rischiano di non trovarlo. «Avanti tutta – conferma l’assessore regionale Angelo Sciapichetti – vedo che le donazioni sono continue, c’è una partecipazione importante anche in termini numerici e questo vuol dire che le Marche hanno una popolazione solidale capisce la grave situazione e partecipa come può e con la cifra che può donare. Questo è il segnale forte che colgo e che viene dai marchigiani, agli altri lascio le polemiche». Premiato anche l’impegno del sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica che ha subito dato la massima disponibilità per sostenere la realizzazione dell’ospedale a Civitanova.
«La localizzazione – afferma il presidente Luca Ceriscioli – è avvenuta nel migliore edificio disponibile, in quanto di proprietà pubblica e già predisposto con tutti gli impianti funzionali agli allestimenti. Ora – prosegue il presidente – dobbiamo procedere con la massima velocità perché il nostro progetto è nato e deve servire per salvare le vite umane dei marchigiani malati» .
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