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Il vescovo Carlo Bresciani:
«Lasciamoci avvolgere
dalla luce di Gesù»
Triduo pasquale in chiese
e strade deserte

DIOCESI DI SAN BENEDETTO - L'alto prelato, con una lettera di vicinanza e incoraggiamento, si rivolge ai fedeli che dovranno trascorrere in casa le festività pasquali: «Non possiamo festeggiare in chiesa? Festeggiamo nelle nostre famiglie. Sia pure separati, sentiamoci uniti» Il Venerdì Santo a Montemonaco e Rotella
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Il vescovo della Diocesi di San Benedetto, Ripatransone e Montalto Carlo Bresciani

La Pasqua è una delle feste più significative per la comunità cattolica e la più ricca di riti che ravvivano i cardini della fede. Quest’anno, inutile ripeterlo, le misure restrittive imposte per contenere il contagio da Covid 19, hanno penalizzato fortemente l’aspetto religioso. Sebbene non si potrà partecipare di persona alle celebrazioni che hanno anche lo scopo di rinsaldare l’aggregazione sociale, il  vescovo della Diocesi di San Benedetto, Ripatransone e Montalto, Carlo Bresciani, è sceso in campo per invitare i fedeli all’unitarietà. E per incoraggiarli con una lettera in questo momento difficile che per l’alto prelato invita ad affrontare con le parole di Gesù.

La Via Crucis a Rotella, con il sindaco Giovanni Borraccini in testa

Nel frattempo il Triduo pasquale viene celebrato a porte chiuse nelle chiese del territorio con la partecipazione delle sole autorità civili a nome però di tutti i cittadini e nel rispetto delle norme igieniche. Come a Rotella, dove il sindaco Giovanni Borraccini in fascia tricolore ha sfilato durante la Via Crucis per la strade deserte paese.

O a Montemonaco, con la prima cittadina Francesca Grilli accanto, ma a debita distanza, al parroco don Luca Rammella durante la celebrazione del Giovedì Santo.

LA LETTERA DEL VESCOVO – «Carissimi fedeli, una Pasqua davvero unica la nostra, quest’anno. Chiusi in casa, impauriti e preoccupati, attenti alle notizie circa il Coronavirus che insidia la nostra vita e ci costringe a stare distanti, in un mondo che sembra avvolto più dalla tempesta e dalle tenebre che non dalla luce pasquale. Eppure, in questa situazione possiamo invocare, come gli apostoli impauriti, il trionfo della vita che Gesù ha promesso.

Siamo chiusi in casa, timorosi come gli apostoli nel cenacolo dopo la morte di Gesù e, come loro, siamo pieni di domande sul nostro futuro. Gesù entra nelle nostre case come è entrato nel cenacolo e riaccende la speranza con un augurio di pace e con una domanda: “perché siete impauriti? Io sono qui vivo con voi”. L’incontro con Gesù spazza via la loro paura, rinasce la speranza, ritorna la gioia. Sono rinati a nuova vita e non temono più la morte.

Il Giovedì Santo a Montemonaco, con il sindaco Francesca Grilli e don Luca Rammella

Carissimi ecco la Pasqua. Lasciamo entrare Gesù nelle nostre case, lasciamo che ci parli come ha parlato agli apostoli, lasciamo che ci parli della vita che vuole donarci. È un Gesù che era stato ferito a morte, ma viene a noi rinato a nuova vita.

Anche noi siamo feriti da quanto questo Coronavirus ha introdotto nelle nostre vite. Gesù ci ripete: “Coraggio, non temete, io sono con voi e vi dono una vita che neppure il Coronavirus vi potrà mai togliere”. È per questo dono che noi festeggiamo, recuperiamo la speranza e superiamo le paure. Non possiamo festeggiarlo in chiesa? Festeggiamolo nelle nostre famiglie. Sia pure separati, sentiamoci uniti nel festeggiarlo insieme. È questa la gioia della Pasqua.

Carissimi fedeli, vi auguro con tutto il cuore che la speranza di Cristo risorto rianimi tutti voi e che il vostro cuore sia riempito della pace pasquale».

 



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