di Benedetto Marinangeli
«Sono giorni duri per tutti, mi manca il campo». Giacomo Biondi, difensore della Samb, parla del difficile momento che sta vivendo l’Italia, non solo quella calcistica. «Ci stiamo allenando da casa con i preparatori –aggiunge- ma non è la stessa cosa. Mi mancano le partite, gli allenamenti con i compagni, la vita dello spogliatoio. In questi giorni cerco di passare il tempo come meglio posso, gioco con mia figlia, trascorro molto tempo con lei e la mia compagna. Mi sto dedicando anche al giardinaggio».
Il difensore toscano è tornato ad Arezzo il 20 marzo ma non vede l’ora di riprendere la sua avventura in rossoblù. «La voglia è tanta –aggiunge- ma la vedo dura che si possa ripartire per quest’anno. In C soprattutto. Credo sia impossibile per molte squadre poter far lavorare i giocatori a piccoli gruppi, mancano strutture, ci vorrebbero due tre campi e altrettanti spogliatoi per mantenere le distanze. Ci si potrebbe allenare su più turni, ma poi la tattica? Sarebbe come lavorare da casa a quel punto, con la differenza che si potrà correre».
Sul futuro Biondi la pensa così. «Spero che tutto si possa risolvere al meglio. Il timore che molte società non ripartano tra C e D è alto e tanti calciatori rischiano di rimanere senza squadra. A questi livelli si guadagnano stipendi normali e ci sono affitti, bollette e mutui da pagare. Io sto continuando a pagare l’affitto della casa di San Benedetto, al momento non so se devo liberarla o attendere, ma anche volendo andare a riprendere le mie cose almeno fino al 3 maggio non sarà possibile. E’ una situazione brutta per tutti, ovviamente, non solo per i calciatori, speriamo bene».
Biondi ha infine fatto un bilancio della sua stagione con la Samb: «Ho fatto, dal mio punto di vista, un’ottima preparazione, poi però nella gara di Coppa Italia a Imola è arrivato l’infortunio che mi ha tenuto fuori per un mese e mezzo. Alla fine sono riuscito a giocarmi le mie chances anche se sono rammaricato per l’ultima parte di stagione fino allo stop. Anche per questo avrei una gran voglia di tornare a giocare e cancellare gli ultimi risultati negativi».
Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli è molto perplesso sul fatto che in serie C si possano iniziare gli allenamenti il prossimo 4 maggio. «L’ impegno –afferma- sarà comunque volto a terminare sul campo la stagione in corso. Perché, nonostante le difficoltà i verdetti del gioco sono inappellabili, quelli assunti a tavolino potrebbero generare lunghe code in tribunale. Tuttavia, i numeri sono eloquenti e confermano che la salute debba restare la nostra primaria preoccupazione. I club di C, salvo rarissime eccezioni –aggiunge Ghirelli- non possiedono centri sportivi di proprietà o strutture esclusive per lavorare. Ritenere che il 4 maggio le nostre squadre possano riprendere ad allenarsi mi sembra davvero improbabile. Il nostro torneo si poggia sulla volontà di presidenti che vedono le loro aziende al collasso dopo settimane di inattività a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus. Non so chi possa avere la forza di reggere l’urto di una ripresa. Tuttavia, la nostra Lega nella scala gerarchica dipende da Coni e Figc. Quando il consiglio federale si esprimerà, io potrò solo obbedire, pur mostrando il contesto in cui operiamo».
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