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Dalla Cardiologia del “Mazzoni”
la speranza di tenere i Covid
lontani dalla Rianimazione

EMERGENZA CORONAVIRUS - L'intuizione del dottor Procolo Marchese, sull'utilizzo dell'idrossiclorochina come antivirale, diventa sperimentazione autorizzata dall'Aifa. Il gruppo di studio è composto dal cardiologo con i colleghi Giovanni Mazzotta di Ascoli e Paolo Verdecchia di Perugia e condiviso con l'infettivologa Giuseppina D’Amato. Co-investigatori saranno i coordinatori delle Usca che vorranno aderire. Ecco i nomi di tutti i senior operativi nell'Area Vasta 5 
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Da sinistra: Domenico Delfino, Piergrancesco Grossi, Cesare Milani, Procolo Marchese, Francesca Gennaro e Giovanni Mazzotta

L’idea di utilizzare l’idrossiclorichina per la cura domiciliare dei pazienti Covid con sintomi lievi è nata da un gruppo di studio del reparto Cardiologia dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, diretto dal facente funzione Piefrancesco Grossi. La soddisfazione non si è fatta attendere con l’autorizzazione, da parte dell’Agenzia italiana del farmaco, allo studio clinico per validarne l’efficacia.  E’ il cardiologo Procolo Marchese, promotore del progetto e membro del comitato scientifico del protocollo di sperimentazione chiamato “Hydro-Stop, somministrazione precoce di idrossiclorochina”, a raccontare come un’intuizione potrebbe diventare la nuova frontiera delle cure per contrastare la pandemia, alla prima apparizione dei sintomi. Riducendo quindi al minimo le possibilità che i pazienti arrivino, spesso in fin di vita, nelle Rianimazioni che poi si saturano mettendo in ginocchio l’intero sistema sanitario.

Il gruppo di studio, composto dal dottor Marchese in collaborazione con i colleghi Giovanni Mazzotta di Ascoli e Paolo Verdecchia di Perugia e condiviso con Giuseppina D’Amato, infettivologa dell’Area Vasta 5, si è interessato alla patologia provocata dal Coronavirus perché il recettore che il virus utilizza per entrare nelle cellule è presente in grande quantità a livello del sistema cardiovascolare.  «Le scarse conoscenze sulla nuova pandemia da Covid 19 – hanno detto i medici – hanno contribuito alla sua rapida diffusione e purtroppo ad un alto tasso di ospedalizzazione e mortalità che potrebbero essere imputabili alla mancanza di indirizzi terapeutici adeguati che se disponibili ed utilizzati precocemente potrebbero cambiare la storia della patologia e della pandemia stessa».

Tutto parte dall’idrossiclorochina, un farmaco usato da molti anni in tutto il mondo per la terapia della malaria e di affezioni reumatologiche ma che ha dimostrato di avere azioni antivirali. Fattore che ha indotto a pensare che può  essere di utile anche nel trattamento delle infezioni da Covid.

«Tuttavia – spiega il dottor Marchese a nome anche dei colleghi – al momento non esiste nessuna dimostrazione scientifica solida che ciò sia effettivamente vero. Da qui il trial che si svolgerà sul territorio e per il quale avranno quindi un ruolo fondamentale come co-investigatori i Medici di Medicina generale che vorranno aderire. Esso riguarderà tutti i pazienti che manifestano la patologia Covid 19 a domicilio (tampone positivo) e prevede che alcuni di essi, pur continuando tutte le terapie previste ciascuno per il proprio caso, aggiungano a tali terapie l’idrossiclorochina per un periodo di 7 giorni. Questi pazienti verranno confrontati con un gruppo di pazienti che  non hanno assunto il farmaco. Come avviene negli studi scientifici, detti randomizzati, la decisione se aggiungere o non aggiungere idrossiclorochina sarà casuale. In ogni caso, dopo 1 e 2 settimane verranno eseguiti tamponi di controllo per poter controllare l’andamento della malattia e in particolare se si è manifestata la guarigione. I risultati aggiungeranno preziose informazioni che potranno aiutare la comunità medica a sviluppare protocolli terapeutici di intervento precoce con l’intento di arginare il decorso della patologia».

Parte attiva della sperimentazione quindi saranno i medici di medicina generale senior (cioè che è attivo da oltre 10 anni) che coordinano le Usca (Unità speciali di continuità assistenziali), preposte alla cura domiciliare dei pazienti Covid. A ciascuno di loro sarà lasciata libera scelta di aderire o meno alla sperimentazione. Nell’Area Vasta 5 i coordinatori sono in tutto 25. Per il Distretto di Ascoli, Italo Paolini, Alessandra Capolongo, Stefano Bollettini, Lucia D’Amico, Laura Olimpi, Francesco Pierantozzi, Marina Liberati, Carlo Stramenga, Rita Travaglini, Pasqualino Sforza, Rossella Pierdomenico, Maria Luisa Volponi, Franco Ragneni. Per il Distretto di San Benedetto, Fabio Galanti, Maria Valentina Speca, Enea Spinozzi, Ginevra Adorante, Filippo Capriotti, Aurora Bottiglieri, Roberta Di Paolo,  Franca Di Girolamo, Tiziana Piunti, Giuseppina Massicci, Diana Palestini, Antonio Marziali.

 



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