di Anna Casini
(vice presidente della Regione Marche)
Mentre tutto il mondo si stringe e si unisce per combattere un nemico comune sconosciuto e temibile che ha ucciso, uccide e purtroppo ucciderà tante persone; mentre riscopriamo il valore dei rapporti umani e l’importanza degli anziani; mentre la paura ci fa recuperare la solidarietà; una voce solitaria si discosta dal coro: quella del sindaco di San Benedetto. È preoccupato perché il “Madonna del Soccorso” ricovera 25 malati di Covid-19 per curarli, avendo posti letto e professionalità adeguate, ma ricovera stranieri: persone che provengono addirittura da un’altra provincia delle Marche e che impedirebbero (sua interpretazione) la riapertura di alcuni reparti.
Sono basita da questo rigurgito di egoismo in una città famosa in tutto il mondo per la qualità dell’accoglienza e per la sua generosità. Gli ospedali ricoverano chi ha bisogno di cure senza badare a razza, età o religione perché in Italia la Sanità è di tutti. La Pubblica Amministrazione lavora per atti: la Regione ha deliberato la riorganizzazione provvisoria della sanità per far fronte a una emergenza epocale e in particolare nel Piceno i contagi sono stati contenuti non per un colpo di fortuna, ma perché come governo regionale abbiamo deciso di applicare una strategia sistemica e abbiamo potuto contare su professionisti eccellenti e macchinari all’avanguardia. Un risultato straordinario che qualcuno ignora volutamente.
Non capisco le esternazioni di alcuni operatori e li invito a leggere le delibere che contengono tutte le informazioni necessarie a capire che, una volta realizzato l’ospedale Covid di Civitanova per terapia intensiva e semintensiva e con i posti messi a disposizione grazie all’accordo Aris-Aiop, si tornerà alla normalità in tutti i presidi delle Marche.
Verifico purtroppo che permane nei dipendenti una condizione di incertezza che lascia il campo a sciacalli che, invece di avviare percorsi costruttivi, ogni giorno millantano chiusure, spostamenti di reparti e baggianate di ogni sorta, disorientando i lavoratori con false informazioni più o meno esplicite. Sciacalli che fanno il male dell’ospedale, dei sanitari che ogni giorno si impegnano con dedizione e professionalità e dei cittadini.
Al fine di tranquillizzare tutti e di recuperare un clima di serenità chiederò alla direzione dell’Area Vasta 5 di implementare il lavoro di informazione che deve essere corretta, continua e chiara per evitare il diffondersi di un altro virus che nulla ha a che fare con la sanità: il pettegolezzo.
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