di Bruno Ferretti
Con 214 partite è al nono posto nella top ten dell’Ascoli, ma vanta un primato personale difficile da battere: con 144 presenze è il calciatore che ha giocato di più in Serie A con la maglia dell’Ascoli. Inoltre nella stagione 1996-1997 è stato per alcuni mesi anche allenatore in Serie C1. Parliamo di Francesco Scorsa, calabrese di origine ma romagnolo di adozione (vive da molti anni con la famiglia sulla collina che sovrasta Cesena).
Scorsa (73 anni) era un difensore moderno, di quelli che non buttavano via i palloni, ma costruivano gioco.
«Quando arrivai ad Ascoli ero la riserva di Colautti, debuttai nella prima partita a Napoli da terzino ma non andò bene, perdemmo 3-1. Poi Mazzone mi trovò il posto da difensore centrale e nel girone di ritorno giocai sempre».
Nella sua ultima stagione ascolana (1982-1983) disputò le partite chiave della salvezza contro il Torino in casa, a Cesena e infine il famoso spareggio con il Cagliari al Del Duca vinto 2-0.
«Continuo a seguire con passione l’Ascoli – dice Scorsa – è partito bene poi ha avuto un calo costante, inspiegabile, e la classifica si è complicata. Ora deve stare in guardia. Il cambio di allenatore non ha giovato e le cose sono peggiorate».
«Adesso arriva questo giovane allenatore spagnolo, Abascal, non lo conosco e non posso giudicare. È una scelta coraggiosa, speriamo anche fortunata, in Primavera ha fatto molto bene e avrà forti motivazioni. Mi ricorda un po’ il nostro Carlo Mazzone, almeno per la giovane età».
«Se il campionato ripartirà l’Ascoli avrà tutte le carte in regola per salvarsi mettendo in campo qualcosa di più rispetto al girone di andata. Ho visto la squadra dal vivo e in tv. Mi ha fatto una buona impressione davanti con Ninkovic che possiede ottime qualità ma deve disciplinarsi. Potrebbe giocare alle spalle di Scamacca, un giovane assai interessante che sa fare gol».
«Ascoli resta nel mio cuore – conclude Scorsa – Ogni volta che torniamo mia moglie si commuove. Io stesso provo emozioni particolari. Abbiamo vissuto molto bene ad Ascoli, per quasi dieci anni, e siamo legati alla città. Anni che non si possono dimenticare. Mi piacerebbe un giorno rivedere l’Ascoli in Serie A. Sarebbe una grande gioia».
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