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Scuole di danza,
si guarda al futuro
tra incertezze e speranze:
«Torneremo a ballare insieme»

EMERGENZA CORONAVIRUS - Il punto sulla situazione di un movimento che nel Piceno, tra allievi e insegnanti, coinvolge migliaia di persone. I danni economici e umani si sommano alle incognite sulla ripartenza. I pareri di Chiara Gricinella, Maria Angela Pespani, Maria Rita Salvi e Federica Zeppilli
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di Luca Capponi

Lo scorso 29 aprile si è celebrata la Giornata Internazionale della Danza. Un’occasione sicuramente propizia per fare il punto su un settore martoriato dalla crisi dovuta al Coronavirus. Basti pensare che solo nel Piceno le scuole sono presenti a decine sul territorio, arrivando a coinvolgere migliaia di ragazzi e centinaia di insegnanti e professionisti. Che adesso si trovani in enorme difficoltà dopo la chiusura forzata di due mesi fa. E guardano al futuro con un misto di scoramento, speranza e voglia di non cedere.

Lezioni online per Articolate

«I danni sono enormi, sotto tutti i punti di vista -spiega Chiara Gricinella di Lab 22-. In primis umani, perchè i rapporti con gli allievi si sono interrotti all’improvviso. La scuola è un posto dove tutti ci sentiamo “a casa” ed ora non trovarci più insieme in sala ad allenarci, a condividere, a sorridere insieme è molto triste. Poi danni economici, pesanti. Non ci sono entrate ma tante uscite che proseguono inesorabili. Non è semplice e fattibile immaginare il perdurare di questa situazione».

A ribadire il concetto sono Maria Angela Pespani (Studio Aira) e Maria Rita Salvi (Being in Motion), promotrici di “Ritratti d’artista”, rassegna di danza che ogni anno porta ad Ascoli i grandi nomi del contemporaneo. «I danni che subiamo attraverso la mancanza di contatto ravvicinato e di scambio, di calore umano sono inripagabili: nella solitudine non è sempre facile lasciarsi andare, scaricare le tensioni in eccesso e attingere al proprio processo creativo -aggiungono-. Il nostro auspicio in questa situazione di profonda crisi che ha messo in ginocchio il settore dello spettacolo dal vivo è che si avvii a livello legislativo una radicale revisione del sistema che lo governa, tra i peggiori a livello europeo, al fine di tutelare con dignità il nostro lavoro. Senza la cultura una società muore ed è un dovere di tutti salvaguardarla».

Simona Ficosecco durante “Ritratti d’artista” (foto di Marco Biancucci)

I problemi, purtroppo, sono tanti e tutti di difficile soluzione, almeno nell’immediato. Ma non si molla. «Quello più grande è l’impossibilità di fare lezione in aula, con conseguente difficoltà di gestire costi, affitti e bollette -ricorda Federica Zeppilli di Articolate-. Noi ci siamo attrezzati sin da subito con l’online, e se non altro da un punto di vista umorale sta facendo bene e ci aiuta a sostenere un po’ i costi. Operativamente non ci siamo mai fermati, la situazione è però difficile anche perchè al momento non ci sono tempistiche su possibili riaperture».

E il futuro resta quindi un’incognita, tra allentamenti della quarantena e voglia di ricominciare. Almeno con l’inizio della nuova stagione, a settembre. «Stiamo valutando la possibilità di attività all’aria aperta concesse nella fase 2 del piano di ripresa del governo -anticipano Pespani e Salvi-. La natura del nostro lavoro artistico si basa sull’improvvisazione: siamo avvezze a rimanere in ascolto per poter con grande flessibilità, malleabilità e centratura reinventarci in forma autentica. Per noi ogni giorno è una ripartenza».

Federica Zeppilli, Maria Angela Pespani e Maria Rita Salvi (foto di Marco Biancucci)

«Sarà necessario riprendere i programmi da dove si sono interrotti e riconsolidare gli ultimi obiettivi raggiunti, ci sarà quindi da modificare la programmazione annuale -va avanti Gricinella-. Problematica non indifferente sarà riorganizzarci in funzione delle nuove normative di sicurezza. Al momento non abbiamo alcuna notizia in merito. La mia speranza è di riprendere regolarmente i corsi a settembre. Non è semplice immaginare la situazione che ci si proporrà agli occhi. Questo è un cambiamento grande per tutti i settori, per tutte le persone. Sarà una ripartenza credo lenta ma piena di desiderio e di grinta».

«Aspettiamo indicazioni dal governo -conferma Zeppilli-. In Cina hanno ripreso con la mascherina e una forma di attività distanziata; non è semplice, nella danza è prevista l’interattività, spero trovino una soluzione anche per le altre discipline, finchè non rientra l’emergenza. Spero che la ripartenza sia normale, non amo molto l’online anche se è andato bene, il contatto umano è fondamentale. La cosa buona di questo periodo è che c’è un bisogno esagerato di vedersi e stare insieme, ci stiamo tenendo stretti anche se distanti, i rapporti umani al di là del lavoro si stringono anche da lontano, saldi».

Torneremo a ballare

«I tempi per la ripresa delle attività dal vivo sono lunghi -concludono Pespani e Salvi-. Il team di “Ritratti d’artista”, dopo lo shock iniziale, si è rimesso in moto. A maggio ripartiremo sul nostro canale Facebook con anticipazioni e curiosità relative al programma della terza edizione della manifestazione. Nel frattempo lo Studio Aira continua ad offrire online momenti di incontro per coltivare la connessione. E Being in Motion ha iniziato con degli incontri di danza estatica “Free Dance” online. Continua inoltre, sempre online, la prima fase di ricerca del lavoro coreografico con Giulio D’Anna avviato lo scorso anno a conclusione della residenza artistica dello scorso anno. Il virus non ci ferma!».

Chiusura con le belle parole di Chiara Gricinella, a riunire il pensiero di tutti. «La danza è insieme, è unione, è sacrificio ma è gioia -dice-. La bellezza di vedere gli occhi delle ragazze sorridere, di vederle tenaci, soddisfatte, stanche, di vederle impegnarsi per un obiettivo. La dolcezza dei sorrisi dei più piccini, il loro affetto spontaneo, vederli ballare in libertà e poi fare merenda sui divani della scuola. Per me tutto questo è impagabile ed ora ne siamo privati. Spero e lotterò affinché si possa respirare di nuovo, in tutto questo, la bellezza della danza. L’arte ne esce a pezzi. Ma balleremo anche questo, balleremo tutto».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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