di Franco De Marco
La vogliamo chiamare “prova San Marco?” Sì. Fino ad oggi gli ascolani si sono comportati in maniera quasi esemplare nel rispettare le misure restrittive anticoronavirus. Di sicuro, come ripetono tutte le autorità sanitarie, il Coronavirus non è stato sconfitto e rimane in agguato. Da domani lunedì 4 maggio, chiamatela Fase 2 o Fase 1,5, qualcuno in più può tornare a lavorare e tutti possono andare a fare una passeggiata – una passeggiata non un’escursione di 4 ore – rispettando il distanziamento di un metro, meglio due, e meglio con mascherina. Riaprono parchi e piste ciclabili. E’ comprensibile la gran voglia di uscire ma attenti a non esagerare. Perché se va male si ritorna al lockdown totale.
Il sindaco Marco Fioravanti ripete le sue raccomandazioni. «Chiedo – dice – totale collaborazione a tutti i cittadini: sarà possibile fare passeggiate o attività sportiva ma solo rispettando le distanze, evitando raduni con amici e senza alcuna possibilità di assembramento». Colle San Marco, luogo simbolo della vita en plein air degli ascolani, e la pista ciclabile di Monticelli sono stati tirati a lucido in vista della riapertura. Il Comune, molto opportunamente, ha pulito e sanificato. «Allentiamo gradualmente le misure restrittive. – afferma ancora il sindaco – Ci affidiamo al buonsenso di tutte le persone. Ma se ci saranno comportamenti inadeguati, che rischiano di mettere a repentaglio la salute dei cittadini, provvederemo immediatamente a chiudere tutto di nuovo. Vi chiedo di dimostrare maturità, senso civico e responsabilità».
Capito? Se la “prova San Marco” fallisce si chiude di nuovo e chissà per quanto tempo ancora. L’invito è rivolto soprattutto ai giovani, agli studenti che stanno a casa perché la scuola è ancora chiusa, perché sono proprio loro che potrebbero essere tentati di andare in gruppo a Colle San Marco, sul pianoro, luogo tanto caro, e spezzare la catena del rispetto delle misure di sicurezza mettendo a rischio la loro e l’altrui salute. Ovvio però che non solo loro, ma tutti, anziani per primi, devono rispettare le misure di sicurezza e non pensare che siamo tornati alla normalità.
Difendiamo il primato di Ascoli e di tutto il Piceno. Grazie a Dio, grazie ad un esercito di medici, infermieri e altri operatori sanitari che si sono rivelati straordinari, il capoluogo piceno è risultato nelle Marche quello meno attaccato dal Coronavirus. Il numero dei decessi è stato limitatissimo, quello dei contagiati pure, rispetto a tutte le altre comunità marchigiane. Ecco, difendiamo questo primato. Con orgoglio, siamo stati i più bravi.
Gli esperti dicono che il Piceno è stato aiutato dalla sua posizione geografica rispetto ad un virus che ha galoppato da Pesaro in giù dando quindi più tempo per la difesa. Sempre gli esperti dicono che per fortuna è stata rinviata – ma ricordate con questa fatica e con quante resistenze anche tra i tifosi? – la famosa partita Ascoli-Cremonese. L’ultimo assembramento è stato il Carnevale quando ancora si pensava che il virus avesse attaccato solo il nord Italia. E’ andata bene. E chissà che se quei due concittadini non fossero andati alla settimana bianca, tornando presumibilmente con il contagio, il bilancio del Coronavirus nel Piceno sarebbe stato ancora più confortante. Ma il passato non conta, ora conta il domani. Responsabilità, attenzione, rispetto delle regole, massima, cautela. Dobbiamo difendere la nostra e l’altrui salute. San Marco non scappa.
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