Massimo Cacciatori (Foto Vagnoni)
di Bruno Ferretti
«Comunque andranno a finire le cose sarà un campionato del tutto anomalo che si è interrotto proprio nella sua fase cruciale. La Serie B, in particolare, si decide quasi sempre tra marzo e aprile, i mesi in cui l’epidemia virale ha messo tutto sottosopra».
Accanto allo storico massaggiatore dell’Ascoli Ivo Micucci al “Premio Rozzi 2019” (Foto Vagnoni)
E’ il pensiero di Massimo Cacciatori, ascolano, ex bianconero, che lunedì scorso ha compiuto 69 anni. Non ha mai giocato nella prima squadra dell’Ascoli perché, giovanissimo, fu prelevato dall’Inter a soli 15 anni ma come tecnico ha allenato la squadra della sua città in tutte le categorie: A, B e C. Da diversi anni lavora con la Federcalcio svolgendo stage di aggiornamento tecnico soprattuto per la preparazione dei portieri, la sua specialità.
Con l’ex numero uno dell’Ascoli Fabrizo Lorieri
«Difficile giudicare il cammino dell’Ascoli fin quando si è potuto giocare, di sicuro è stato un andamento altalenante fra buoni risultati e altri deludenti – prosegue Cacciatori, che nei giorni scorsi è stato colpito da un gravissimo lutto familiare per la morte del fratello Sergio – probabilmente avrebbe potuto fare qualcosa di più. Mi dispiace sempre tanto quando vengono esonerati gli allenatori, forse per spirito di solidarietà e l’Ascoli quest’anno ne ha cambiati ben due, Zanetti e Stellone. Sono curioso di vedere all’opera Abascal, che non conosco ma del quale ho sentito parlare molto bene. E’ giovane e pieno di motivazioni».
Mentre allena giovanissimi portieri
«Si riprenderà a giocare? Chi può dirlo? La situazione è veramente complicata e nutro dubbi sulla ripresa del campionato di Serie B. Dobbiamo pensare anche a tutte le squadre di C, dilettanti e giovanili che rischiano di non ripartire nella prossima stagione. Gran parte della gente – spiega – quando parla di calcio pensa a Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo ma quelli sono soltanto una bella vetrina di questo sport. Dietro c’è un altro mondo. Personalmente ritengo che si sia fatta una esagerazione di questo virus, vedo gente in giro traumatizzata anche a causa di un eccesso di informazione giornalistica e radiotelevisiva anche allarmistica. Questo stop forzato ha causato un trauma e rischia di rovinare per sempre il mondo del calcio».
«D’accordo che la salute viene prima di tutto – conclude Cacciatori – ma forse si è esagerato nella valutazione del problema. Secondo me si poteva e doveva fare qualcosa di diverso. Tra gli sportivi appassionati di calcio c’è spavento e sgomento: forse non basterà un anno per tornare alla normalità».
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