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Ceriscioli il decisionista dice luglio
Ma Acquaroli non ci sta:
«Troppo presto per il voto»

REGIONALI 2020 - Il governatore ha detto che le Marche sono pronte per le elezioni in estate e che si muoveranno seriamente per le imprese con 100 milioni di euro (“sperando di arrivare a 200”). Il candidato governatore di Fdi: «Non riesco proprio a immaginare distrazioni dall’emergenza e operazioni elettorali serie». La Lega resta alla finestra
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Francesco Acquaroli e Luca Ceriscioli

di Luca Patrassi 

Adesso è il governatore regionale Luca Ceriscioli a dettare i tempi del Coronavirus e della politica. Non che le cose siano collegate, anche se alcuni fanno di tutto per far apparire pandemica la politica: la speranza è che possano arrivare il vaccino e l’immunità di gregge sia per il Covid 19 che per l’elettorato troppo spesso preda di slogan tanto aggressivi quanto privi di contenuti.

Negli ultimi mesi comunque il governatore Ceriscioli si è riappropriato della scena, non ha delegato, non ha atteso da Roma decreti, semplificazioni e fondi che non arrivano mai, o almeno non in tempo utile. Dalla celebre decisione di chiusura delle scuole alla riunione di maggioranza di giovedì sera il passo non è breve ma c’è condensata la fase 2 di Ceriscioli il decisionista.

Il governatore da un lato ha detto che le Marche sono pronte per andare a votare a luglio, ed in questo senso ci sono già pronunciamenti importanti dalla Campania, dal Veneto e dalla Puglia, ma sono anche pronte a muoversi seriamente per le imprese con 100 milioni di euro (“sperando di arrivare a 200”) da immettere sui conti correnti delle imprese, subito e senza la mediazione della burocrazia e delle banche. Dichiarazione eclatante, guerra annunciata ai poteri forti annidati nei meandri degli Enti pubblici e negli istituti di credito. L’uscita di Ceriscioli ha spiazzato tutti, in primis i suoi ma anche l’opposizione. Insomma Ceriscioli detta l’agenda ed intanto il centrodestra si divide anche sul nodo della data delle elezioni.

Il candidato governatore in pectore Francesco Acquaroli, sostenuto da Fdi, ha scritto su Facebook commentando la notizia: «Il voto nel mese di luglio? Ad oggi non mi sembra proprio una strada praticabile. Se penso alle libertà personali mi accorgo che ancora si gira solo con le autocertificazioni. Se penso alle libertà economiche vedo che ancora migliaia di attività hanno la saracinesca abbassata e non sanno se e come riapriranno. Se penso al diritto alla salute vedo che ieri si contavano oltre 30 contagi e 5 decessi. Non riesco proprio a immaginare distrazioni dall’emergenza e operazioni elettorali serie. Ma non mi sorprenderei di nulla».

Il pensiero di Acquaroli potrebbe, però, dividere il fronte moderato visto che la Lega ha assunto posizioni diverse iniziando dal Veneto dove appunto chiede il voto a luglio. In ambito marchigiano per ora nessun intervento ufficiale ma appare difficile ipotizzare posizioni a macchia di leopardo in giro per l’Italia: sì al voto a luglio in Veneto e in Liguria, no nelle Marche. Dove continua ad essere calda anche la candidatura del sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica, espressione di un gruppo civico sostenuto da alcuni imprenditori.

 


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