di Renato Pierantozzi
Tra le eccellenze della scuola italiana è finita ancora una volta (leggi l’articolo) la chimica del professore ascolano Leonardo Seghetti, docente all’istituto agrario “Celso Ulpiani. Curriculum mostruoso (qui) con ben 66 pubblicazioni scientifiche, purtroppo spesso e volentieri “poco” profeta in patria, luminare a livello nazionale nel campo del vino e dell’olio, Seghetti è stato indicato tra le “buone prassi” della scuola tricolore nell’ambito del progetto internazionale Profiles dell’Università Politecnica delle Marche che promuove l’educazione scientifica. E in tempi di quarantena e pandemia, è finita al centro dell’attenzione la didattica (non solo a distanza) del chimico ascolano che si è dimostrato ancora una volta un pioniere.
«….Da qualche anno -rivela Seghetti- faccio utilizzare il cellulare nello svolgimento della lezione (forse le discipline si prestano meglio: chimica e trasformazione dei prodotti alimentari) partecipata e condivisa, cercando spesso di stimolare la curiosità della scoperta, della ricerca e contemporaneamente capire se siamo di fronte ad una cosiddetta bufala (questo perché sul web tutti sono autorizzati a scrivere)».
Professor Seghetti, che benefici si hanno?
«Questa metodologia attuata è partita con lo scopo di far comprendere agli studenti l’importanza delle tecnologie sia informatiche che di laboratorio. Basta pensare che per ben 32 determinazioni da fare ad esempio su un campione di vino sono necessari almeno sette giorni lavorativi, con l’introduzione di nuove tecnologie analitiche, abbinate all’informatica si riescono a fare tali determinazioni analitiche in soli 2 minuti: l’abilità dell’operatore sta nella interpretazione dei dati e verificare se gli stessi sono attendibili e ciò comporta una grande conoscenza degli aspetti teorici di base. Come primo approccio si comprende di poter trovare sul web tutto ed in pochissimi minuti … si tratta poi di capire ed assemblare e rielaborare i contenuti. Appare subito evidente che ciò ci allontana sempre più da una cultura fatta di libri, appunti, di approfondimenti».
Non è cosi?
«Nella realtà l’uso del cellulare e degli apparati elettronici come computer e tablet hanno il compito di migliorare la conoscenza immediata delle varie tematiche proposte e successivamente si va sugli approfondimenti. Ecco allora che tornano i libri, gli appunti e il docente diventa il perno per sviluppare le diverse tematiche e sostenere oltre la curiosità degli studenti, la cooperazione tra essi sviluppando la formazione di gruppi non selettivi, ma collaborativi, mettendo sempre più in risalto l’unità classe. Molti studenti ed altri, in modo superficiale e di istinto sono portati a pensare: “…. non c’è bisogno della scuola e dei docenti se si trovano pronte ed a disposizione tutte le tematiche in pochi minuti …”. Tutto ciò può apparire veritiero».
E in tempi di pandemia e scuole chiuse come si è adeguato?
«Diventa fondamentale l’opera del docente nel far capire ai discenti che molti ostacoli si possono superare facilmente anche con il coinvolgimento di tutti i componenti della classe che è formata da singole unità, ma nella realtà è una unica entità (come la famiglia delle api, rappresentata dall’alveare, unica entità, nel cui interno sono stabiliti tutti i compiti dei singoli).
Quali strategie ha attuato per la DaD (Didattica a distanza)?
«Si è lavorato con i gruppi classe attraverso WAP (WhatsApp, ndr), con risultati tangibili, in quanto tutti gli studenti sono stati raggiunti. Tutti hanno ricevuto ulteriori materiali didattici, compresi esercizi da svolgere. I gruppi classe si sono scambiati gli elaborati ed hanno condiviso con il docente la correzione degli stessi. Il docente ha inviato sempre tramite WAP gli elaborati corretti per verificare le singole autovalutazioni. Diventa importante a questo punto la didattica breve e dare gli spunti per gli approfondimenti autonomi da verificare in seguito. Ad esempio, a tutti vengono assegnati gli stessi compiti inviati anche tramite WAP e depositati anche sugli organi ufficiali della istituzione scolastica. Ad ognuno e a gruppi viene chiesto lo sviluppo di una tematica e di riferire ai compagni della classe nelle visualizzazioni programmate. Lo scambiarsi le idee, le ipotesi, diventa stimolante perché gli studenti in questo modo diventano imprenditori di sé stessi. Oltre la presenza alla lezione on line, la partecipazione attiva, diventa motivo di valutazione come l’interesse evidenziato nell’approfondire l’argomento e la sua rielaborazione alla classe tutta. Il docente sarà il valutatore».
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