«No alle elezioni regionali a luglio: c’è bisogno di confrontarsi e programmare una fase completamente nuova». Il senatore Paolo Arrigoni, responsabile della Lega Marche, si dice contrario «all’accelerazione che il governatore uscente delle Marche vorrebbe imprimere al confronto politico».
Ceriscioli, ha espresso l’intenzione di andare al voto in estate durante la riunione di maggioranza di giovedì sera, a differenza dell’indicazione data mercoledì dai capigruppo sull’election day in autunno. Poi era stato Francesco Acquaroli, candidato governatore di Fdi a dichiararsi contrario. In attesa di sciogliere le riserve sulla candidatura (proprio come il centrosinistra e Ceriscioli), anche la Lega oggi boccia il voto a luglio.
«Ceriscioli si scopre decisionista last minute dopo 5 anni di disastri, ma la mandrakata, la scommessa della vita, non gli riuscirà – scrive Arrigoni in una nota – . La Lega dice no alle elezioni regionali in luglio a tutela dei marchigiani e del loro futuro: c’è bisogno di confrontarsi per un tempo adeguato, liberi dalle restrizioni legate al Covid, e programmare una fase completamente nuova».
«Ceriscioli tenta di riguadagnare terreno dopo cinque anni in cui si è girato i pollici con effetti che sono sotto gli occhi di tutti, in primo luogo quelli della pessima gestione della sanità – continua il responsabile della Lega Marche – Fa lo zar delle Marche con la scusa del Covid mettendo in campo iniziative più ad effetto che di sostanza, giusto in tempo per la risonanza mediatica. L’ultima? Quella del suo bazooka finanziario per aziende e famiglie, lasciate senza aiuti per 2 mesi, su cui arriva buon ultimo abbondantemente dietro le altre regioni italiane. Piuttosto dica dove prenderebbe i soldi visto che, solo qualche giorno fa, ha respinto come insensata la mozione della Lega che aveva richiesto una misura da 100 milioni».
Arrigoni parla poi del «test per la riapertura di parrucchieri ed estetisti gestito come uno show e, soprattutto, l’ospedale Covid in Fiera che, nato per fronteggiare l’emergenza, ha cambiato finalità più volte per giustificare oltre un mese di ritardo e di cui, oltre al personale sanitario che è da reperire, sarà pronto a giorni solo il primo blocco di 28 posti sui 90 previsti».
«Elezioni regionali ad ottobre o novembre – conclude il senatore – per consentire il confronto tra forze politiche e cittadini, fondamento della democrazia e che riveste un ruolo decisivo un momento di gravissima crisi come quello verso cui stiamo andando. In ballo c’è il futuro delle Marche e dei marchigiani, non l’autoconservazione di una classe politica dal passato e dal presente talmente inconsistenti da dover ricorrere ai bazooka mediatici».
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