di Giovanni De Franceschi
Plexiglass nei ristoranti se necessario, un ombrellone ogni 10,5 metri quadri nelle spiagge, si potrà tornare anche al bancone dei bar rispettando il distanziamento. E nelle piscine potranno entrare quattro persone ogni 10 metri quadri. Sono queste alcune delle regole fissate dalla Regione in vista della riapertura di attività commerciali e chalet.
I protocolli per le singole categorie sono state presentate dal governatore Luca Ceriscioli, dagli assessori Manuela Bora (Attività produttive) e Moreno Pieroni (Turismo) e dal presidente regionale dell’Anci Maurizio Mangialardi. La Regione è pronta a riaprire non solo parrucchieri ed estetiste dal 18 maggio, ma anche bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, chalet e dare avvio alla stagione estiva dal 29 maggio.
Decisivo sarà l’incontro nel pomeriggio col ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. «Spero confermi la data della riapertura anticipata –spiega il governatore – noi abbiamo approvato i protocolli e a livello epidemiologico siamo la migliore regione, quindi abbiamo le carte in regola. E’ chiaro che per mantenere il discorso delle riaperture sarà importante continuare a rispettare le regole di sicurezza e quindi a tenere sotto controllo i contagi, perché altrimenti saremmo costretti a tornare indietro. Questa è una responsabilità che riguarda tutti noi. Noi con queste linee guida abbiamo creato le condizioni migliori possibili per le riaperture, è stato un percorso qualificante e senza improvvisazioni. Il leit motiv è: riaprire prima possibile, ma in sicurezza e noi stiamo tenendo insieme questi due aspetti».
Un plauso al percorso della Regione è arrivato anche dall’associazione dei Comuni marchigiani. «Abbiamo condiviso questo percorso –sottolinea Mangialardi – per mettere a disposizione protocolli di sicurezza, cercando di calibrarli con le peculiarità del nostro territorio. Lo abbiamo fatto anche prima del governo e speriamo che queste linee guida vengano recepite come un lavoro propedeutico anche a livello nazionale. Ritengo ci siano le condizioni per ripartire bene, ma tenendo presente che questa sarà una fase transitoria».
BAR, RISTORANTI, NEGOZI DI ABBIGLIAMENTO – «Dopo il protocollo per parrucchieri ed estetiste sperimentato positivamente, con questo linee guida –specifica l’assessore Bora – chiudiamo il pacchetto che riguarda le attività produttive. Tenendo ben presente che l’arma migliore che abbiamo è il senso di responsabilità di ognuno di noi». Per quanto riguarda i ristoranti dunque, innanzitutto sarà obbligatoria la prenotazione, con la raccomandazione di indicare se si è dello stesso nucleo familiare, conviventi o meno.
«Laddove i clienti siano familiari o conviventi –spiega infatti Bora – non ci sarà obbligo di dispositivi di protezione mobile al tavolo. Se invece a prenotare sarà una comitiva, per esempio, sarà obbligatorio un metro di distanza tra le sedie oppure installare pannelli di plexiglass». Si potrà tornare a consumare anche al bancone dei bar, purché sia mantenuta la distanza di sicurezza e siano vietati assembramenti. E per i tavolini varranno le stesse regole dei ristoranti. Per quanto riguarda la possibilità di occupare suolo pubblico all’aperto senza costi aggiuntivi per l’esercente, così da recuperare i posti persi all’interno, saranno i singoli Comuni a dover valutare le misure da mettere in campo. E in questo senso fondamentale sarà anche il supporto del governo.
Sul fronte negozi di abbigliamento, innanzitutto va detto che si andrà verso un posticipo dei saldi al primo agosto, manca solo l’ok definitivo della conferenza Stato-Regioni. Mentre la sanificazione dei vestiti dopo ogni prova «è una raccomandazione – specifica l’assessora – ma non ci sarà l’obbligo. Mentre sarà obbligatorio l’uso delle mascherine, la sanificazione dei camerini e le entrate contingentate».
ALBERGHI, VILLAGGI E CAMPEGGI, CHALET, SPIAGGE LIBERE – «Siamo la prima regione d’Italia ad approvare queste linee guida –esordisce Pieroni – e siamo pronti a dare avvio alla stagione estive dal 29 maggio». Capitolo alberghi, a cui sono state equiparate anche altre strutture come B&b e country house per esempio. «Sono quelli che presentavano le criticità minori – ha spiegato l’assessore – ci siamo focalizzati sull’accoglienza. Le stanze dovranno essere sanificate a ogni cambio di prenotazione e igienizzate quotidianamente. Per quanto riguarda il servizio di ristorazione interno, anche i buffet saranno serviti con i piatti e senza vassoi».
Villaggi vacanze e campeggi. «Nelle piscine – ha aggiunto – abbiamo stabilito che non possano entrare più di quattro persone ogni 10 metri quadri e i lettini sul bordo dovranno essere distanziati di due metri. Mentre i servizi igienici comuni abbiamo chiesto vengano sanificati un paio di volte al giorno e igienizzati continuamente». Per gli chalet e le strutture balneari, fermo restando che valgono le stesse regole di bar e ristoranti all’interno, il nodo principale è stato quello del posizionamento degli ombrelloni in spiaggia.
«In questo senso –va avanti Pieroni – abbiamo deciso di fare percorso condiviso con l’Emilia-Romagna e l’Abruzzo che sta valutando, così da dare un messaggio unitario per chi arriva in questa parte di Adriatico. Ci potrà essere un ombrellone ogni 10,5 metri quadri, mentre i lettini singoli dovranno mantenere una distanza di due metri ognuno. Non si potranno praticare sport di squadra, ma abbiamo dato la possibilità di installare ombrelloni all’interno di quelle aree; e sono sconsigliate le docce al chiuso».
Infine le spiagge libere, che resteranno “libere” nel complesso. Cioè non è stata prevista la possibilità di concederle alle strutture balneari private per recuperare spazio, ma comunque i sindaci avranno un minimo di discrezionalità in merito. «Nella differenziazione della costa – ha precisato infatti Pieroni – i sindaci ci hanno chiesto di avere la possibilità di decidere sugli spazi, ma nel complesso le spiagge libere rimarranno aperte alla fruizione dei marchigiani che legittimamente non vogliono andare nelle strutture private». Per quanto riguarda le regole da tenere sulle spiagge libere: lettini e asciugamani a due metri di distanza e ombrelloni a quattro metri. Con il controllo che sarà compito delle amministrazioni comunali.
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