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Ciip-Aimag, siglato l’accordo
per la conquista della depurazione
L’asta per gli impianti slitta a fine mese

ASCOLI - Firmato l'accordo con gli emiliani di Aimag in vista della gara per gli asset della Unieco in liquidazione. La società vuole allargare il business, Viscione di nuovo all'attacco dell'operazione
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L’impianto Ciip di Castel Trosino

di Renato Pierantozzi

La Ciip va avanti come un treno alla conquista degli impianti della depurazione messi in vendita dalla Unieco di Reggio Emilia in liquidazione. La società totalmente pubblica presieduta dal Giacinto Alati ha sottoscritto l’accordo con la multiutility emiliana Aimag (presidente Monica Borghi) che concorrerà all’asta che è slittata di una decina di giorni, dal 18 maggio al 29 sempre di questo mese.

Il presidente della Ciip spa Giacinto Alati

In ballo c’è l’acquisizione della Picena Depur, che comprende la gestione dei depuratori e della piattaforma di Campolungo e Caselle di Maltignano, oltre alle attività della Uniservizi (trasporto e raccolta fanghi).

Si tratta di un business milionario con utili annuali molto corposi che potrebbero dare anche una nuova mission alla società. Per questo ai piani alti della Ciip si stanno valutando una serie di strade: far rientrare, con l’ok dell’Ato5 (leggi l’articolo), l’acquisizione nel piano d’ambito e quindi farlo pagare agli utenti con la tariffa o tenerlo al di fuori allargando così la mission della società che oggi gestisce tutto il ciclo integrato delle acque dalla sorgente alla depurazione.

Inoltre la mossa sarebbe anche strategica per cercare di evitare lo sbarco nel Piceno di un’altra multiutility scegliendo l’alleanza con Aimag che ha dentro di sé il colosso bolognese Hera. I nuovi utili derivanti dalla depurazione (il 60% destinati al Ciip) inoltre potrebbero servire a compensare lo spaventoso aggravio dei costi dell’energia elettrica (arrivati a 4 milioni) che ogni il  Ciip si sobbarca anche per pompare in superificie l’acqua dei pozzi visto che dalle sorgenti montana di alta quota ne esce sempre di meno. Un’altra strada è quella di distribuire gli utili ai Comuni soci per contribuire ad esempio ai bilanci.

Giovanni Celani

«Vogliamo evitare che il costo dell’acqua aumenti -dice il dirigente e direttore in pectore della società, Giovanni Celani– e dare ancora più solidità all’azienda. Eventuali guadagni extra andrebbero visti in questa ottica». L’accordo con gli emiliani di Aimag ha avuto il via libera da parte del Comitato ristretto dei sindaci della Ciip, mentre l’Ato deve ancora esprimersi. Persiste invece la contrarietà del capogruppo della lista Celani, Francesco Viscione che torna alla carica dopo l’interrogazione presentata al sindaco Marco Fioravanti (leggi l’articolo). «Pur non essendo accreditato per partecipare alla gara -dice Viscione-, il Ciip spende solo per consulenze varie un totale di 556.000 euro (oltre mezzo milione di euro) per pagare poi, in caso di successo oltre 8.000.000 euro per acquisire la partecipazione del 51-60% delle quote di società fantasma.

Francesco Viscione

La decisione è stata presa nonostante avesse chiesto e non ottenuto il parere favorevole dell’Ato Marche 5 per la dichiarata insofferenza di molti sindaci (ad eccezione della convinta adesione del Comune di Ascoli Piceno) a trasferire sulle bollette dell’acqua il costo salato di milioni di euro. Mi meraviglia il silenzio delle associazioni dei consumatori, dei partiti e soprattutto il silenzio dei sindaci che forse non hanno capito bene la portata dell’operazione».


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