di Luca Capponi
Migliaia di messaggi da tutta Italia per il sindaco del sisma. Aleandro Petrucci, come tutta la sua terra arquatana, non molla. E sente vicino l’affetto di tanta gente. Ricoverato d’urgenza durante il pomeriggio di lunedì 18 maggio, il primo cittadino si trova ancora al “Mazzoni” in attesa di capire da cosa sia scaturita la febbre altissima che lo ha colpito e cosa abbia originato lo scompenso cardiaco. Un’infezione o altro, saranno gli esami a dirlo. L’apprensione per la sua situazione, però, a un certo punto è stata alta. Di sicuro c’è che le sue condizioni, seppure migliorate, sono costantemente monitorate e la prognosi è ancora riservata. E che per un bel periodo dovrà stare tranquillo. Anche se la sua indole lo porta a “scalpitare” pure dal letto di ospedale.
Intanto è bene sgomberare il campo. Petrucci, classe 1946, si era sottoposto al tampone per il Coronavirus una ventina di giorni fa, con esito negativo. Al suo ricovero di ieri, l’esame è stato ripetuto, con lo stesso risultato negativo.
«Ho la tempra di montagna» ha ribadito ai medici che lo tengono in cura nel reparto pre Covid, cioè medicina d’urgenza. Su questo, per fortuna, nessuno ha dubbi. Petrucci, infatti, è una delle figure simbolo del terremoto che nel 2016 ha colpito il centro Italia ed il Piceno, col comprensorio di Arquata risultato tra i più devastati dalla furia della terra.
Da quel giorno, col suo carattere ruspante, simpatico, schietto e mai domo, si è speso costantemente per la sua gente, urlando il dolore e la disperazione di un popolo colpito duro, e che ancora non riesce a vedere la luce in fondo al tunnel. Ne sanno qualcosa i funzionari e i rappresentanti di governo con cui ha avuto a che fare in questi (quasi) 4 anni, a cui non ha fatto mai sconti. Non ultimo il commissario per la ricostruzione Giovanni Legnini, che avrebbe dovuto incontrare domani. Un incontro che è stato rinviato a quando Petrucci sarà di nuovo pronto a “battagliare”. Forza Aleandro, ti aspettiamo.
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