di Renato Pierantozzi
Dalle palificazioni della nuova tribuna est dello stadio Del Duca fino ai tralicci dell’alta tensione, la messa in sicurezza del cimitero partigiano di Pozza, la ricostruzione post sisma e ora le indagini sulla vulnerabilità degli edifici scolastici ascolani In prima linea nei cantieri di tutta Italia c’è anche l’impresa ascolana Geosistem srl, fondata nel 1985 e dal 2000 guidata dai due soci (Massimo De Vecchis e Domenico Gentili) con 13 dipendenti e 2 impiegati. L’impresa è specializzata in trivellazioni, indagini geologiche e nanella realizzazione di pali per le fondamenta fino a una profondità massima di oltre 30 metri.
De Vecchis, avete risentito anche voi negativamente del lockdown?
«In realtà il settore dell’edilizia non ha avuto conseguenze drammatiche come quelle subite, ad esempio, da ristoranti e palestre ad esempio. Ci siamo fermati tutti insieme e poi siamo ripartiti. Non c’è stata quindi la possibilità per qualcuno di approfittare della “fermata” a scapito di altri».
Dove state lavorando adesso?
«Abbiamo cantieri ad Ancona per conto di Terna (il gestore della rete elettrica nazionale, ndr), abbiamo iniziato le indagini di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici ascolani a supporto dei tecnici incaricati e tra poco inizieremo i pali per la ricostruzione della scuola di Pozza di Acquasanta Terme che è stata demolita dopo il sisma».
A proposito, sta cambiando il “passo” della ricostruzione a distanza di quasi quattro anni dalle scosse e l’arrivo del nuovo commissario Legnini?
«Sì, grazie all’ordinanza che consente lo sblocco dell’anticipo del 50% ai professionisti.Prima invece per vedere i primi soldi bisognava aspettare anche due/tre anni come nel caso di chi realizzava le indagini geologiche. Una situazione insostenibile. Ma si potrebbero fare anche altre cose per agevolare le imprese del territorio».
Che cosa in particolare?
«Penso agli appalti sotto un milione di euro per cui le norme già consentono alle amministrazioni di invitare imprese per procedure negoziate. Questa cosa potrebbe essere estesa anche ad altre realtà statali (tipo l’Anas, ndr) in modo da invitare alle gare le imprese locali rispettando sempre il codice degli appalti e il principio di rotazione. Invece adesso si va avanti con un albo nazionale con tante imprese che magari prendono i lavori e poi lo ridanno a subappaltatori con il rischio poi che quest’ultimi non vengano pagati».
Quanto durerà la ricostruzione?
«Ci sarà lavoro penso per almeno 10-15 anni. Tantissimi edifici “E” ancora sono da ricostruire al pari di interi borghi distrutti. Per il nostro settore rappresenta ossigeno anche perché prima del 2016 c’era una crisi nera. Nella tragedia del sisma, è arrivato il lavoro».
Di che cosa si occupa Geosistem in particolare?
«In base alla microzonazione del terreno realizziamo i pali per le fondamenta degli edifici da ricostruire. Tra poco partiremo per la scuola di Pozza di proprietà della comunanza agraria».
Come sta cambiando la vita nei cantieri a seguito della pandemia?
«Rischiamo di avere più costi a causa di norme che possono essere intese in modo molto rigido da parte delle imprese. In un cantiere rischiamo di ritrovarci con 8 bagni chimici per le nuove disposizioni legate ai protocolli d attuare».
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